La Società Promotrice delle Belle Arti di Torino ospita la mostra dedicata all'epoca Edo e ai suoi incomparabili capolavori realizzati da artisti come Utamaro, Hokusai e Hirosige.

Fino al 25 giugno 2023 il Sol Levante sarà il grande protagonista della mostra organizzata presso la Società Promotrice delle Belle Arti di Torino dal titolo Utamaro, Hokusai, Hiroshige. Geishe, samurai e la civiltà del piacere. Le oltre trecento opere esposte accompagnano i visitatori in un viaggio verso una realtà dal fascino incomparabile come quella dell'Estremo Oriente. L'esposizione, curata da Paolo Campione, direttore del Museo delle Culture di Lugano (MUSEC), è strutturata in nove sezioni volte a indagare l'arte senza tempo dei maestri dell'ukiyo-e, le stampe giapponesi tanto amate da Van Gogh e numerosi altri collezionisti europei del XIX secolo. Tra gli artisti esposti troviamo opere di autori geniali come Hokusai, Hiroshige, Utamaro, Kunisada, Yoshitoshi, Sharaku – dalle armature dei samurai ai kimono alle maschere teatrali, dalle matrici di stampa a ornamenti femminili a sculture in pietra e stendardi, preziose testimonianze della cultura e dell'estetica nipponica. Le opere sono state prestate da istituzioni come il Museo di Arte Orientale di Venezia, il Museo di Arte Orientale di Torino, il Civico Museo d’Arte Orientale di Trieste, dalla Fondation Baur Musée des Arts d’Extrême-Orient di Ginevra e da numerose collezioni private. IL GIAPPONE IN MOSTRA A TORINO Se il Giappone di fine Ottocento si trova soggetto a un periodo di cambi rapidissimi che segnano la fine dell'antica società feudale e l'avvio di una modernizzazione impetuosa sotto la guida dell'imperatore Meiji, l'epoca precedente, nota come periodo Edo (1603-1868) era invece contraddistinta da un mondo impermeabile alle novità. Era un Giappone che continuava a vivere secondo tradizioni millenarie e un'estetica estremamente raffinata, non nutriva alcun interesse ad aprirsi al mondo e manifestava indifferenza nei confronti della modernità. La rassegna di Torino vuole essere una ricostruzione globale del periodo Edo: il Giappone durante questa epoca unica era un Paese finalmente pacificato e chiuso dai confini insulari, e i prosperi mercanti, che non potevano ambire a prerogative nobiliari come i beni fondiari, si dedicavano ad allettare il loro spirito con deliziosi spettacoli effimeri come quelli del teatro kabuki, con la frequentazione delle case da tè, con i complicati rituali di interlocuzione con le geishe e con l'acquisto di pregevoli opere d'arte. IL PERIODO EDO IN GIAPPONE “Il movimento artistico dell’ukiyo-e”, afferma Paolo Campione, “fu il vero e proprio asse della diffusione dei nuovi ideali delle classi borghesi che produsse soprattutto un’enorme quantità di stampe xilografiche, insieme con una pittura di genere (nikuhitsuga) lontana dai linguaggi figurativi colti della pittura realista (shasei-ga), della pittura occidentaleggiante (yōfūga) e delle coeve Scuole Tosa e Kanō”. Rispetto ai temi dell’ukiyo-e Campione dichiara che “va innanzitutto sottolineato che, durante la sua prima fase, gli artisti furono soprattutto attratti dal mondo del teatro kabuki, dalla bellezza delle donne che popolavano i quartieri del piacere e dalla rappresentazione delle scene erotiche”.[Immagine in apertura: Utagawa Hiroshige III, Uccello su un ramo di ciliegio, stampa xilografica, 1860 circa]
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