Il Mart di Rovereto prosegue la sua indagine sulle relazioni tra l'arte moderna e contemporanea e gli antichi maestri. Stavolta a finire sotto i riflettori è l’influenza di Giotto sull’arte recente.

Il Mart di Rovereto ha da tempo adottato un'originale linea espositiva, che tende a confrontare opere di epoche assai diverse con un approccio di tipo diacronico: risale al 2013 la mostra che indagò come Antonello da Messina continuasse a essere una fonte d'ispirazione per la ritrattistica contemporanea, mentre del 2020 è l'esposizione dedicata all'influenza dell'opera di Caravaggio e del 2021 è la mostra su Canova e l'esposizione multipla dedicata al raffronto tra Picasso, de Chirico e Dalí da una parte e Raffaello e Botticelli dall'altra. Continua dunque nello stesso solco tracciato da questi illustri precedenti la mostra Giotto e il Novecento, allestita fino al 19 marzo 2023 e ispirata all'influenza della rivoluzione giottesca sulla produzione artistica del Ventesimo secolo e alla sua perdurante rilevanza perfino nell'arte dei nostri tempi. Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale infatti le Avanguardie artistiche di inizio secolo entrarono in crisi, e molti artisti sentirono il bisogno di ritornare a un tipo di arte di tipo figurativo: è l'epoca nota come “Ritorno all'ordine”, che in Italia portò alla nascita del movimento Novecento. LA MOSTRA AL MART DI ROVERETO L'esposizione si apre con una grande installazione immersiva intitolata a uno dei massimi capolavori dell'arte italiana di tutti i tempi: la decorazione ad affresco della Cappella degli Scrovegni di Padova, opera capitale realizzata da Giotto al principio del XIV secolo. Il percorso della mostra porta poi ad analizzare il complesso fenomeno del “Ritorno all'ordine” e i movimenti artistici che si susseguirono nei decenni successivi attraverso un itinerario di taglio cronologico e tematico. La rassegna conta su oltre duecento opere provenienti sia da istituzioni museali italiane e straniere che dai fondi interni del museo, come ad esempio è il caso del dipinto Le figlie di Loth, La Carrozzella e Composizione TA (Natura morta metafisica) di Carlo Carrà, Il poeta Cechov di Arturo Martini, quattro dipinti figurativi di Giorgio Morandi, due teatrini di Fausto Melotti, due Concetti spaziali di Lucio Fontana, l'opera Study for Homage to the Square: Still Remembered di Josef Albers, oltre a dipinti di Massimo Campigli, Pompeo Borra e Achille Funi. GIOTTO SUPERSTAR (ANCHE NEL NOVECENTO) La mostra mette a fuoco l'influenza sull'arte degli ultimi cento anni esercitata dall’universo giottesco, dalle sue atmosfere e dalla sua estetica, con un'attenzione particolare al movimento artistico del Novecento italiano. Secondo le parole della curatrice Alessandra Tiddia, “la mostra prende avvio da un portale immersivo che attraverso le proiezioni delle immagini degli affreschi della Cappella degli Scrovegni intende restituire al visitatore la suggestione di un’esperienza fondamentale per molti artisti, ovvero la visione del ciclo di affreschi. […] Varcata questa soglia si dischiude al visitatore un percorso che da Carrà giunge, attraverso il Novecento italiano, alle esperienze di Matisse, Rothko, Albers, Klein, per avviarsi verso la fine della mostra con l’installazione di James Turrell, ‘Thyco Blue’, un altro portale esperienziale, che conclude il viaggio, durato più di un secolo, attraverso le suggestioni giottesche”.[Immagine in apertura: Arturo Martini, La moglie del poeta, 1922. Mart, Collezione privata]
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