A Milano, Palazzo Reale rende omaggio al pittore italiano Giuseppe De Nittis, attraverso un'ampia rassegna di circa 90 opere. Una dovuta “consacrazione” di un artista che, nella Parigi di fine Ottocento, ha fatto la storia al fianco degli impressionisti.

Giuseppe De Nittis, insieme a Giovanni Boldini, fece di Parigi la sua seconda casa, dando vita, nella seconda metà dell’Ottocento, a capolavori di spessore internazionale. Riuscendo a reggere il confronto con maestri assoluti dell'Impressionismo, il pittore concentrò la sua produzione sui temi del paesaggio, del ritratto e della rappresentazione della vita moderna. A lui è dedicata un’ampia rassegna milanese –  composta da oltre novanta dipinti, tra oli e pastelli, provenienti dalle principali collezioni nazionali e straniere –  che punta a far riscoprire al grande pubblico il suo straordinario talento. LA MOSTRA DI GIUSEPPE DE NITTIS A MILANOIn mostra al Palazzo Reale di Milano fino al 30 giugno, la retrospettiva – curata da Fernando Mazzocca e Paola Zatti – ripercorre la carriera del pittore attraverso undici sezioni: si parte dall'omaggio alla moglie dell’artista, la parigina Léontine Lucile Gruvelle, protagonista di diversi dipinti del marito, proseguendo con il periodo della formazione a Napoli. E poi gli anni della scena internazionale tra Londra e la Ville Lumière: i "salon" parigini, la prima mostra degli impressionisti nel 1874 e le grandi Esposizioni Universali. Un percorso artistico intenso ed estremamente produttivo, che si interrompe bruscamente nel 1884, quando l’artista muore prematuramente a soli 38 anni.UN ITALIANO TRA GLI IMPRESSIONISTIRicettivo alle novità dell’epoca, il pittore sperimenta con una varietà di linguaggi, in particolare con l’arte che in quel momento arrivava dal Giappone. “La sicurezza con cui De Nittis elaborò un repertorio tanto ricercato”, scrive nel catalogo Paola Zatti,  “non può circoscriversi alle sue sole capacità di intuizione e 'di mestiere'. Le potenzialità espressive dell’arte dell’estremo oriente dovevano essere comprese attraverso un suo studio sistematico e profondo, derivante da un contatto diretto con gli oggetti, quindi con i materiali, le tecniche di lavorazione, i formati, e un esame dei repertori iconografici, delle modalità di impaginazione prospettica delle composizioni e di declinazione stilistica”. [Immagine in apertura: Giuseppe De Nittis, Pranzo a Posillipo, 1879 ca. Olio su tela, 109 x 173,3 cm. Galleria d'Arte Moderna, Milano © Comune di Milano – tutti i diritti riservati – Galleria d’Arte Moderna, Milano]
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