La mostra in arrivo al Castello di Rivoli, nei pressi di Torino, fa luce su come gli artisti abbiano rappresentato nelle loro opere gli orrori della guerra, producendo opere straordinariamente intense.

La mostra al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea dal titolo Artisti in guerra, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio, visitabile dal 15 marzo al 19 novembre 2023, sarà un'occasione per riflettere sulle modalità utilizzate dagli artisti per rappresentare gli orrori della guerra attraverso le oltre 140 opere esposte, firmate da 39 autori. LA FOLLIA DELLA GUERRA DA GOYA ALL'UCRAINA L'esposizione prende avvio con le 83 incisioni del ciclo Desastres de la Guerra, realizzate da Goya tra il 1810 e il 1815 e ispirate alla Guerra d'Indipendenza spagnola intrapresa nei confronti delle truppe napoleoniche. L'allestimento è particolarmente riuscito, dato che mette a confronto le opere dell'artista spagnolo con i dipinti di Anton Zoran Mušič della serie Nous ne sommes pas les derniers, realizzati tra il 1970 e il 1988: sono opere ispirate alla sua prigionia nel campo di concentramento nazista di Dachau durante la Seconda Guerra Mondiale. Le preoccupanti notizie che giungono dalla guerra in Ucraina vengono distillate dall'artista ucraino Nikita Kadan all'interno dell'intensa opera The Shelter II, una prosecuzione del suo percorso di indagine cominciato con The Shelter del 2015, dedicata al Donbass. Vale la pena osservare con attenzione l'installazione, composta da due piani: nello spazio superiore sono disposte pile di libri, utilizzati dai civili per difendersi dalle schegge in caso di esplosione. L'ambiente inferiore è invece una tomba sotterranea da cui emerge una mano in bronzo, calco di quella dell'artista. L'ARTE CONTRO LA GUERRA DA OMARZAD A BURRI L'Afghanistan è un'altra realtà che spesso evoca immagini drammatiche legate a conflitti senza fine protrattisi per decenni. È l'artista afghano Rahraw Omarzad a riflettere sulla complessa situazione del suo Paese. Al Castello di Rivoli saranno esposte due sue opere: un'installazione dal titolo Every Tiger Needs a Horse e un film dal titolo New Scenario. L'installazione è quanto mai efficace: si tratta di un ambiente ottenuto dalla detonazione di un cubo che conteneva dinamite e pittura, materiali simbolo delle due forze opposte della distruzione e della creazione. Il cubo, costituito da sei facce, ha portato alla successiva nascita di altrettante tele che recano traccia sia dell'esplosione sia dei colori. Il film New Scenario è invece stato realizzato dall'artista durante i mesi di residenza al Castello di Rivoli: è stato girato all'interno di un rifugio antiaereo di Torino costruito nel 1943 dopo i primi bombardamenti sulla città sabauda. La mostra inoltre vanta opere di artisti come Picasso, presente con una Tête de femme che dimostra contiguità stilistiche con Guernica, Salvador Dalí con Composition avec tour, che pare raffigurare la desolazione della guerra, o ancora Alberto Burri con la sua Texas, in cui rappresenta la sua esperienza di prigioniero di guerra negli Stati Uniti tra il 1943 e il 1946.[Immagine in apertura: Francisco José de Goya y Lucientes, Con razon ó sin ella, tavola da Disastri della guerra, 1810-1815 (stampa  1863), acquaforte, aguada, acquatinta, puntasecca, bulino, brunitoio, 27,5 x 35 cm. Collezione Fondazione Francesco Federico Cerruti per l’Arte Deposito a lungo termine. Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino. Photo © Ernani Orcorte]
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