Come vivevano i bambini nell’antica Roma? Risponde a questa domanda l’ultima mostra archeologica allestita alle Gallerie degli Uffizi. Visibile fino al 24 aprile, l’esposizione si avvale di più di 30 opere, scelte per descrivere la vita quotidiana dei fanciulli ai tempi dell’Impero romano.

Chi l’ha detto che a fare la storia sono solo i grandi uomini? A sfatare questo mito è il museo degli Uffizi, che ha recentemente inaugurato una mostra interamente dedicata alla figura del bambino nell’Impero romano (fondato, secondo la leggenda, proprio da due fanciulli: Romolo e Remo). Inaugurata lo scorso 22 novembre, a ridosso della Giornata mondiale dell’infanzia, la rassegna A misura di bambino. Crescere nell'antica Roma nasce con l’intenzione di affrontare una tematica ancora inesplorata, ovvero quella della vita quotidiana dei più piccoli in epoca romana. Cosa significava essere infanti in un tempo simile? LA MOSTRA AGLI UFFIZI  “Per gli Uffizi è l’occasione di rivolgersi a una fascia di età poco considerata in campo artistico, sia come soggetto che come pubblico”, afferma il direttore Eike Schmidt. “L’arte non è solo una cosa per i grandi, e questa rassegna lo dimostra, mettendo in atto un coinvolgimento tra pari che attraversa secoli di storia. I bambini dell’antichità romana parlano ai bambini di oggi, con lo stesso linguaggio”. Grazie a un corpus di circa trenta opere – che includono giocattoli antichi e sculture ritraenti alcune divinità da giovani –, viene così delineato un percorso espositivo che invita lo spettatore a scoprire inediti risvolti legati della vita dei bambini in un contesto storico così particolare: dalla loro nascita e dai relativi riti di passaggio verso l’età adulta, al rapporto con gli animali, passando per il tema del divertimento e delle paure. Fra i reperti in mostra, fino al 24 aprile, ricordiamo una rarissima bambola in avorio del III secolo d.C. (finora mai esposta), una statua di Mercurio con il piccolo Bacco, e un’antica “action figure” rappresentante un gladiatore munito di accessori componibili. IL PERCORSO ESPOSITIVO Articolata in una serie di sezioni tematiche (tra le quali quella dedicata alle cosiddette "tanagrine", ovvero una particolare tipologia di statuette funebri), la mostra guarda al mondo dell’infanzia rivolgendosi a esso in maniera diretta. Con l’intenzione di coinvolgere anche i più piccoli, il progetto espositivo si avvale infatti di una serie di espedienti innovativi come apparati didattici di facile comprensione, tavole a fumetti (illustrate da Stefano Piscitelli) e tracce audio realizzate da Carlotta Caruso e Sara Colantonio. Ad arricchire quest’esperienza pensata per i giovanissimi è inoltre la scelta di posizionare più in basso alcune opere, nell’ottica di far coincidere lo sguardo dei piccoli visitatori con quello dei loro coetanei di duemila anni fa. LE PAROLE DEI CURATORI L’importanza in campo didattico di una iniziativa simile è espressa dalle dichiarazioni del curatore Fabrizio Paolucci:“Questa mostra è un’occasione straordinaria per portare i bambini al museo. L’esperienza di visita, favorita dalle varie modalità di apprendimento proposte, li farà sentire partecipi della narrazione e stimolerà la loro curiosità senza annoiarli”. Fanno da supporto alle parole di Paolucci anche quelle della seconda curatrice del progetto, Lorenza Camin:“La mostra, la prima dedicata all’infanzia romana, affronta gli aspetti più diversi del vivere 'da bambini' nell’antica Roma, dai riti di passaggio, alla scuola, dai giochi al rapporto con gli animali. In un’occasione come questa, opere che prese singolarmente riescono di difficile comprensione per i visitatori, divengono pienamente apprezzabili e comprensibili in un percorso narrativo organico. Statuette, rilievi, busti, sarcofagi e giocattoli saranno quindi i protagonisti di un racconto che restituirà voce e corpo a una parte fondamentale dell’antica società romana”. [Immagine in apertura: Photo Tommaso Galligani/Gallerie degli Uffizi]
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