Il Museum MMK für Moderne Kunst di Francoforte ha da poco aperto le sue porte per ospitare una mostra speciale, “firmata” dal mitico John Cage. Stiamo parlando di “Museumcircle”, il progetto espositivo basato sul caso che il celebre artista statunitense concepì nel 1991.

Adottato dai dadaisti, agli albori del Novecento, come metodo imprescindibile per la produzione di opere d’arte, il caso continua a rappresentare un forte punto di contatto fra le sperimentazioni artistiche del secolo scorso e quelle dei nostri giorni. Largamente utilizzata come fonte inesauribile di stupore e conoscenza, la casualità ha giocato un ruolo fondamentale soprattutto dagli anni Sessanta in poi, successivamente cioè all’avvento dell’arte performativa. Un’esperienza come Fluxus – nata “non a caso” proprio in quegli anni – ne è forse l’esempio più eclatante. Costituito da artisti del calibro di Yoko Ono, George Maciunas e Nam June Paik, il movimento Fluxus annoverava tra i suoi membri anche una figura che è poi diventata centrale per tutta l’arte contemporanea: stiamo ovviamente parlando di John Cage. L'IMPREVIDIBILITÀ SECONDO JOHN CAGE Formatosi grazie agli insegnamenti di Marcel Duchamp, Cage ha sempre incluso l’imprevedibilità nei suoi lavori: che siano di matrice visiva o musicale, le opere del poliedrico artista statunitense ci parlano sempre del caso in quanto strumento necessario per poter percepire il mondo sotto una lente nuova. Seguendo questo filo conduttore John Cage arrivò nel 1991 a ideare un progetto espositivo capace di mettere in dialogo diversi musei della stessa città, un’opera totale che adesso “torna a vivere” dopo trent’anni dalla sua nascita. MUSEUMCIRCLE: IL PROGETTO ESPOSITIVO DI JOHN CAGE "Fare una mostra nel museo (di una specifica città) di oggetti provenienti da altri musei (della stessa città), appesi o collocati in posizioni determinate dal caso. Per realizzare ciò, ogni museo può offrire in prestito, diciamo, una dozzina di oggetti. Gli oggetti effettivi da utilizzare sono selezionati da queste potenziali fonti attraverso operazioni casuali". Con questa annotazione, risalente al 1991, John Cage dava il via a Museumcircle, il progetto espositivo che si avvale della sinergia tra alcune istituzioni museali dello stesso luogo per mettere ancora una volta in discussione sia il ruolo dell’opera d’arte sia quello dello spettatore stesso. L'ambizioso progetto trova oggi dimora a Francoforte grazie all’intuizione del responsabile delle collezioni del Museum für Moderne Kunst (MMK), Mario Kramer.  Spinto dalla volontà di riproporre l’esperimento di John Cage, Kramer ha infatti chiesto a numerosi musei e collezioni di Francoforte di presentare una lista di dieci oggetti ciascuno da prestare ed esporre usando un processo casuale. UN'ESPOSIZIONE CHE SOVVERTE LA CURATELA Sono quaranta le istituzioni coinvolte all’interno di Museumcircle. Un esperimento che, fino al 20 marzo, affiancherà oggetti completamente diversi fra loro (come ad esempio la tuta dell’ex calciatore Niko Kovač, indossata alla finale di Coppa nel 2018 e proveniente dall'Eintracht Frankfurt Museum, o le “pecore telefoniche” di Jean-Luc Cornec del Museum für Kommunikation Frankfurt) per stimolare il pubblico a individuare inedite connessioni tra le opere. Un meccanismo tanto accattivante e divertente quanto sottile nel suo saper ribaltare i principi che, solitamente, caratterizzano le dinamiche curatoriali all’interno dei musei. Grazie al modello offerto da Museumcircle, gli oggetti in questione perdono così ogni riferimento storico o gerarchico, diventando paradossalmente “decontestualizzati” pur trovandosi all’interno di una struttura museale. [Immagine in apertura: Rosemarie Trockel, I seem to be a horse, 1992, MUSEUM MMK FÜR MODERNE KUNST; Head of a Young Athlete (the so-called Polykleitos Diadoumenos), 1st–2nd c. CE, Liebieghaus Skulpturensammlung; Johannes Peter Hölzinger, Housing cluster in the airspace (on stilts), 1963–64, Deutsches Architekturmuseum (DAM), installation view ZOLLAMT MMK, photo: Axel Schneider]
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