A dodici anni dalla scomparsa, Louise Bourgeois continua a essere una fra le artiste più apprezzate e studiate della nostra epoca. Allestita al Gropius Bau di Berlino e visitabile dal 22 luglio prossimo, l'imminente monografica a lei dedicata condurrà i visitatori all'interno del suo intenso e personalissimo universo visivo.

Si preannuncia come uno degli appuntamenti espositivi berlinesi più rilevanti della seconda metà del 2022 Louise Bourgeois: The Woven Child, la monografica che il Gropius Bau si appresta a ospitare dal prossimo mese. Sarà, infatti, la prima grande indagine esclusivamente focalizzata sulle opere in tessuto dell'influente artista, al centro di una mostra che riunirà un corpus eterogeneo di opere: ben 89, dalle immancabili sculture e installazioni, fino a disegni, collage, libri e stampe. Ad accrescere l'attenzione verso questa mostra, in programma dal 22 luglio al 23 ottobre 2022, contribuisce la presenza, nel team curatoriale, di Ralph Rugoff: nel 2019 fu incaricato della curatela della 58. Mostra Internazionale d'Arte di Venezia, intitolata May You Live In Interesting Times, e ricordata per il successo del Padiglione Lituania.LOUISE BOURGEOIS IN MOSTRA A BERLINO “Venivo da una famiglia di riparatori. Il ragno è un riparatore. Se colpisci la ragnatela di un ragno, non si arrabbia. Lo tesse e lo ripara", raccontava di se stessa e in merito alla sua produzione artistica Louise Bourgeois. La rassegna berlinese si sofferma, in particolare, sulla fase matura della sua carriera: a partire dalla metà degli anni Novanta e fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2010, l'artista si è dedicata alla realizzazione di una gamma di sculture di notevole impatto visivo e dalla forte potenza psicologica. Prendendo le distanze dai materiali scultorei tradizionali, nei due decenni conclusivi della sua parabola umana e artistica impiegò soprattutto tessuti, inclusi vestiti, biancheria e frammenti di arazzi, spesso di proprietà della sua famiglia e intimamente legati alla sua storia personale. Una modalità che le permise di esplorare in profondità i temi dell'identità, della memoria, della sessualità e, soprattutto, delle relazioni familiari, nella loro complessità e nei molteplici intrecci emotivi che ne derivano. Così facendo, l'autrice rinsaldò almeno simbolicamente la connessione con la propria infanzia, quando conobbe da vicino la pratica del restauro degli arazzi nel laboratorio di famiglia, in Francia. RAGNI, TESSUTI E METAFORE NELL'ARTE DI LOUISE BOURGEOIS Molte le opere monumentali esposte nella mostra berlinese, che include anche alcune delle sue celebri Celle, articolate strutture tridimensionali densissime di elementi e dettagli, esplicitamente o metaforicamente associati a episodi, figure e soggetti della storia dell'artista. Altrettanto imponente è l'installazione Spider, del 1997, uno dei lavori in cui Bourgeois mette in evidenza "l'ambivalenza" del ragno, da lei inteso sia come protettore che come predatore: si tratta di un animale associato alla madre, che fu una tessitrice e restauratrice di arazzi. Co-curatrice di The Woven Child, Julienne Lorz ha osservato che "nel corso dei suoi sette decenni di carriera, Bourgeois ha continuamente intrecciato elementi della sua biografia ‒ e delle sue esperienze fisiche e psicologiche ‒ nelle sue opere d'arte." Le ultime opere in tessuto, in particolare, "esplorano il suo rapporto con sua madre, la sua esperienza di vulnerabilità, di invecchiamento e il suo atteggiamento con un'ampia gamma di materiali, processi, strumenti e tecniche. Il risultato è una rete sottile e complessa che continua a sorprenderci ancora oggi". [Immagine in apertura: Louise Bourgeois, Couple IV, 1997. Fabric, leather, stainless steel and plastic, 50.8 x 165.1 x 77.5 cm. The Easton Foundation/VG Bild-Kunst, Bonn 2021. Photo: Christopher Burke]
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