Famosa per i colori brillanti e per le atmosfere fiabesche, la pittura di Marc Chagall svela il suo lato più inquieto nella mostra allestita alla Schirn Kunsthalle Frankfurt, incentrata sul periodo tra il 1930 e il 1940.

Nel cuore di Francoforte, tra l'edificio medievale del Römer e la cattedrale, si trova il moderno palazzo della Schirn Kunsthalle Frankfurt, sede sempre di eccellenti esposizioni temporanee. L'ultima in ordine di tempo è quella dedicata a Marc Chagall, allestita fino al 19 febbraio 2023, dal titolo Chagall: World in Turmoil. Il “mondo in tumulto” a cui fa riferimento il titolo della mostra è quello del decennio che va dal 1930 al 1940, un periodo in cui l'artista, di origine russa e religione ebraica, è testimone di una serie di sconvolgimenti nel contesto politico e sociale attorno a lui che influiscono pesantemente sulle atmosfere dei suoi dipinti, progressivamente più cupe. ANGOSCIA E INQUIETUDINE NELLA PITTURA DI CHAGALL L'opera più fortemente simbolica in mostra è senza dubbio La caduta dell'Angelo, proveniente dal Kunstmuseum di Basilea, realizzata a più riprese tra il 1923 e il 1933 per essere poi terminata a guerra conclusa, nel 1947. Anche Il guanto nero richiese una lunga gestazione: iniziato nel 1923, venne finito non prima del 1948. Le opere più identitarie sono forse Gerusalemme. Il muro del pianto del 1931 e La solitudine del 1933, anno fatale dell'avvento al potere del nazionalsocialismo in Germania: il Rabbino regge il rotolo della Torah con mestizia, e nessuno ha più voglia di suonare il violino. L'angoscia domina in Bonjour Paris del 1939-42, dipinto in cui prevalgono il rosso carminio e il blu cobalto, come se persino i colori della bandiera francese virassero verso tonalità più violente. Il dipinto Le candele di nozze del 1945, pur rappresentando un lieto evento, non riesce a risultare allegro: l'atmosfera è quella di un paesaggio congelato e gli sposi sembrano dei diafani fantasmi, a riprova del dolore vissuto da Chagall per la perdita dell’amata Bella. Nel decennio preso in esame dalla mostra il nero e il blu scuro pervadono ogni aspetto dell'opera di Chagall, persino l'estetica dei costumi teatrali per balletti come Aleko del 1942 e l’Uccello di fuoco con le musiche di Igor Stravinskij. LA MOSTRA SU CHAGALL A FRANCOFORTE La mostra di Francoforte, curata da Ilka Voermann in collaborazione con l'Henie Onstad Kunstsenter di Oslo, ha il merito di indagare, con l'apporto di un centinaio tra dipinti, disegni, fotografie, documenti e costumi, il periodo più pessimista della produzione di Chagall, che affronta tematiche profonde come l'identità, l'infanzia nel suo villaggio, la nostalgia e l'esilio. La mostra di Francoforte ci presenta uno Chagall ben più profondo, angosciato, intimista e in definitiva più completo dello spensierato autore delle luminose sinfonie di La Passeggiata, Parigi alla finestra o Io e il villaggio.[Immagine in apertura: Marc Chagall, The Falling Angel, 1923/1933/1947, Oil on canvas, 147.5 x 188.5 cm, Kunstmuseum Basel, Deposit from Private collection, © VG Bild-Kunst, Bonn 2021, Photo: Martin P. Bühler]
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