Per la prima volta, la Svizzera dedica una retrospettiva a Nanda Vigo: a ospitarla sarà il Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona, dal prossimo 2 aprile. Artista più le interessanti del dopoguerra italiano, seppe coniugare le arti plastiche con il design e l'architettura, individuando nella luce una componente fondamentale del suo linguaggio.

Dal 2 aprile al 25 giugno 2023 al Museo d'Arte Moderna di Ascona, sulla sponda svizzera del Lago di Lugano, sarà visitabile la grande esposizione Nanda Vigo. Alfabeto Cosmogonico, dedicata all'eclettica artista del dopoguerra italiano scomparsa nel 2020. La mostra, curata dalla direttrice del museo, Mara Folini, e dal critico d'arte Alberto Fiz, intende evidenziare il ruolo di primo piano avuto dall'artista nel panorama italiano ed europeo; riunisce quaranta opere, tutte realizzate tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Duemila. Arte, architettura e design: questi sono i campi nei quali la poliedrica mente di Nanda Vigo riusciva a spaziare con il suo stile inconfondibile. LA STORIA DELLA POLIEDRICA ARTISTA NANDA VIGO  Nanda Vigo fu circondata dall'arte sin dalla più tenera età: il pittore Filippo de Pisis era infatti un amico di famiglia, e le architetture visionarie catturano la sua fantasia fin da quando, da bambina, vide le opere razionaliste di Giuseppe Terragni. Milanese di nascita e cosmopolita per scelta, Vigo si laurea all'Institut Polytechnique di Lausanne e si forma con uno stage a San Francisco. Il 1959 è l'anno in cui apre il suo studio a Milano e inizia a frequentare i circoli creativi della città, conoscendo nel tempo Gio Ponti, Enrico Castellani e Lucio Fontana, dal quale mutuerà un tipo di ricerca ai confini tra l'astrazione e la fisica, tra la scienza e la Light Art. Agli anni Settanta risale l'importante progettato ferrarese della Casa Museo Remo Brindisi, realizzata a Lido di Spina; fra i riconoscimenti ottenuti nel corso della carriera, si ricordano il New York Award for Industrial Design (1971), per la lampada Golden Gate, il 1° Premio St. Gobain per il design del vetro (1976) e il XXVI Compasso d’Oro alla Carriera (2020).NANDA VIGO IN MOSTRA AD ASCONA La mostra di Ascona è suddivisa in aree tematiche; presenta, come introduzione nell'atrio del museo, il monumentale neon di tre metri d'altezza dal titolo Neverended Light. Il percorso inizia con un'indagine sulla dimensione architettonica della Vigo, con due progetti risalenti alla prima metà degli anni Sessanta: il Monumento per le vittime del Vajont e le Torri cimiteriali. Video e fotografie mostrano altre sue creazioni come Scarabeo sotto la foglia, ideato con Gio Ponti, e la prima delle sue architetture immersive, la Zero House. L'attenzione si concentra quindi sul filone cardine della poetica artistica di Vigo, ovvero quello legato alla cronotopia, in cui le dimensioni di tempo (cronos) e spazio (topos) risultano fuse attraverso la luce. Uno dei quattro Cronotopi in mostra ad Ascona, Ambiente Cronotopico, misura oltre due metri e mezzo, mentre al secondo piano dell'edificio è stata allestita l'opera Parete Cronotopica che supera i quattro metri e resterà nella collezione permanente del museo. IL DESIGN SECONDO NANDA VIGO Si prosegue con le schegge trapezoidali ricoperte di specchi, che prendono invece il nome di Alfabeto Cosmogonico, e con i Light Trees, che sono bizzarre architetture plastiche. La retrospettiva svizzera si sofferma anche sulla profonda influenza esercitata da Nanda Vigo nel design, con opere come il Mobile Cronotopo, la lampada Golden Gate e il lampadario Stars Fell on Alabama. Concludono l'itinerario lavori più recenti, come le enigmatiche Deep Space e Light Progressions, Trilogy: Omaggio a Gio Ponti, Lucio Fontana e Piero Manzoni. Proprio questi tre maestri furono le "stelle polari" che aiutarono Vigo ad orientarsi per diventare una delle più grandi artiste della seconda metà del Ventesimo Secolo. [Immagine in apertura: Nanda Vigo, Alfabeto Cosmogonico, 1980. Fiera Artissima 2015. Courtesy Archivio Nanda Vigo]
PUBBLICITÀ