Ideata per celebrare il dialogo artistico tra due città ricche di storia attraverso la lente della pittura napoletana del Seicento, l’esposizione nella città lombarda spinge i visitatori a esplorare le opere che hanno segnato un'epoca di fervente attività artistica, evidenziando il legame culturale e commerciale mediato da Venezia.

L’inedito legame artistico fra due città apparentemente distanti, tanto in senso geografico quanto culturale, è il focus principale della mostra in corso all'Accademia Carrara di Bergamo, intitolata Napoli a Bergamo – Uno sguardo sul ‘600 nella collezione De Vito e in città. Inaugurata lo scorso 23 aprile e visitabile fino al 1° settembre, la mostra propone un interessante excursus nell'arte napoletana che nel XVII secolo approda a Bergamo. Allestito attorno a un ricco nucleo di opere appartenenti alla collezione De Vito, arricchito da dipinti provenienti da varie istituzioni pubbliche e religiose del bergamasco, il percorso espositivo ripercorre l'evoluzione della pittura napoletana, dai dipinti ancora profondamente legati al naturalismo di impronta caravaggesca fino alle tele tardo-barocche di Luca Giordano e Mattia Preti.IN MOSTRA A BERGAMO LE TELE DI LUCA GIORDANOLe quaranta opere esposte all’Accademia Carrara ripercorrono idealmente un capitolo poco noto: quello delle committenze che molti importanti esponenti della società bergamasca del Seicento affidarono ad artisti della scuola napoletana. Partendo dalle opere di artisti come Battistello Caracciolo, Jusepe de Ribera e Massimo Stanzione, fra i primi seguaci della lezione di Caravaggio, lo sguardo dei visitatori si muove verso le opere di Luca Giordano, pittore napoletano molto apprezzato a Bergamo, a cui l’esposizione dedica una sala ricca di opere giovanili, alcune delle quali inedite per il grande pubblico, a partire dal Passaggio del mar Rosso: imponente olio su tela abitualmente custodito nella basilica bergamasca di S. Maria Maggiore.L’ARTE CHE NEL ‘600 UNIVA NAPOLI E BERGAMOL’ultima sezione della mostra raccoglie una serie di dipinti poco noti o mai esposti al pubblico di Nicola Malinconico, allievo di Giordano, per tracciare una perfetta sintesi fra il talento di artisti provenienti da un contesto geograficamente distante e l’affinità di sensibilità e gusto nel contesto della Bergamo del Seicento. Attraverso una prospettiva originale sul clima culturale che animava il nostro Paese nel XVII secolo, Napoli a Bergamo mette in luce la ricchezza della pittura napoletana del Seicento, nonché il suo impatto e la sua risonanza nella città lombarda, e si pone come “una grande occasione di restituzione anche in virtù dei numerosi restauri compiuti per migliorare la leggibilità e lo stato conservativo delle opere sparse sul territorio”, come sottolineato da Martina Bagnoli, direttrice di Accademia Carrara.[Immagine in apertura: Luca Giordano, Martirio di San Bartolomeo, 1660-1665, olio su tela. Pedrengo (BG), Chiesa di Sant’Evasio Vescovo e Martire]
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