Il complesso rapporto tra Pablo Picasso e la Francia è al centro della mostra che il Musée national de l’histoire de l’immigration di Parigi dedica al geniale artista spagnolo. Visitabile fino al prossimo 13 febbraio, la rassegna approfondisce il tema sempre attuale della condizione di “straniero”.

Di un personaggio così famoso come Pablo Picasso oramai si conosce nel dettaglio qualunque aspetto, fatta eccezione per il suo controverso rapporto con la sua “seconda casa”. Pur avendo trascorso in Francia la maggior parte della sua vita, Picasso ha dovuto fare i conti a più riprese con una realtà spesso avversa, caratterizzata, specie all'inizio, da una generale clima di sospetto verso la sua condizione di "straniero". Tuttavia Picasso riuscì a trasformare questa condizione nella linfa della propria ricerca artistica, dalla quale emergono elementi profondamente legati alla cultura spagnola e alle sue radici. Il Musée national de l’histoire de l’immigration di Parigi ha da poco inaugurato una mostra che prende come punto di riferimento l’indiscusso maestro cubista per creare dei parallelismi tra il suo tempo e i giorni nostri e per sottolineare l'importanza della diversità nella costruzione di una società inclusiva e in equilibrio. LA MOSTRA SU PICASSO A PARIGI A cura di Annie Cohen-Solal, la rassegna Picasso l'étranger parte da un episodio singolare della vita di Picasso, quello del rifiuto della domanda di naturalizzazione francese che l’artista si è visto recapitare nel 1940. Avvalendosi di eccezionali prestiti da musei europei e di preziosi documenti, la mostra offre una lettura coerente delle strategie adottate da Picasso per inserirsi all’interno della società francese. Concentrandosi principalmente sul periodo che precede l'immensa fama dell'artista, l’esposizione guarda alla sua figura come potente veicolo per la modernizzazione del Paese stesso. IL PERCORSO ESPOSITIVO Articolata in cinque sezioni tematiche, e visitabile fino al 13 febbraio, la mostra offre un excursus cronologico nel quale sono riunite opere emblema degli stati d’animo che descrivono la personale condizione vissuta da Picasso. Alcune di queste – come le vedute delle città di Malaga, Madrid e Barcellona, o i ritratti di parigini relegati ai margini della società – spiccano all'interno della prima sezione, che spazia dal 1900 (anno in cui Picasso giunge a Parigi per l'Esposizione Universale) al 1906. Il percorso espositivo prosegue poi toccando diversi momenti topici della carriera dell’artista: dalle difficoltà riscontrate durante le sue esperienze avanguardistiche alle implicazioni sociopolitiche che un’opera come Guernica ha rappresentato. A chiudere l’itinerario è un focus sul periodo che va dal 1944 al 1973, un momento storico contraddistinto da un successo enorme che, nel 1948 – anche in seguito a una generosa donazione di dieci quadri alle collezioni pubbliche francesi – porterà Pablo Picasso a passare da uno status di “straniero” a uno di “residente privilegiato”. [Immagine in apertura: Pablo Picasso et Marie Cuttoli, Le Minotaure (tapisserie), 1935. Musée Picasso, Antibes. © Succession Picasso 2021]
PUBBLICITÀ