Aperta al pubblico fino al prossimo 14 agosto la mostra fotografica frutto del laboratorio ideato dall'associazione YOLK per le ragazze e i ragazzi del quartiere Kalsa, a Palermo. Un progetto nato con l'obiettivo di avvicinare i più giovani alla propria sensibilità artistica e alla bellezza del complesso monumentale di Palazzo Butera.

Fino al 14 agosto Palazzo Butera, a Palermo ospita la rassegna fotografica Wendy, la mostra finale del laboratorio per ragazze e ragazzi dello storico quartiere della Kalsa, ideato dai fotografi Ornella Mazzola e Andrea Petrosino e sostenuto da YOLK, l’associazione che si occupa di coinvolgere i bambini in condizioni di vulnerabilità sociale e materiale in attività extra-scolastiche.LA RASSEGNA “WENDY” A PALAZZO BUTERA Il progetto, curato da Valentina Bruschi e da Ferdinando Foresta, con la collaborazione di Baco About Photographs, propone in mostra diciassette immagini formato poster, dieci stampe analogiche, tre poetiche Polaroid che immortalano la vita dei giovani nel centro storico di Palermo, e un video di sintesi capace di raccogliere in digitale quasi tutte le immagini scattate.DAL LABORATORIO ALLA MOSTRA Il viaggio fotografico condotto dai due fotografi-tutor nei mesi di maggio e giugno insieme a nove ragazze e ragazzi di età compresa tra i 7 e i 14 anni – Anastasia, Christian, Emanuela, Gabriele, Nicholas, Noemi, Rosanna, Veronica e Youssef – a cui sono state messe a disposizione delle macchine fotografiche a pellicola riutilizzabili, è ispirato al metodo Literacy through Photography, ideato negli anni Ottanta dalla fotografa e insegnante statunitense Wendy Ewald.  Tale approccio educativo e formativo ha portato l’autrice anche alla pubblicazione del prezioso volume Portraits and Dreams: Photographs and Stories by Children of The Appalachians dedicato a tutti quei bambini che nonostante vivano lontano dai più importanti centri abitati e quindi da grandi stimoli (come, appunto, quelli a cui lei insegnava nel cuore della catena montuosa americana degli Appalachi) devono comunque avere l’opportunità e la possibilità di liberare la loro immaginazione e la loro creatività. [Immagine in apertura: Ragazzo con lattina. Foto di Emanuela]
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