Anticipando di pochi mesi il centenario della sua nascita, Parma celebra Pier Paolo Pasolini con una mostra incentrata sul suo particolare rapporto con la storia dell’arte.

Sono trascorsi quasi cento anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, uno degli intellettuali italiani più incisivi del secolo scorso che, grazie alla sua spiccata sensibilità artistica, ha consegnato alla storia dei capolavori senza tempo. Ad anticipare le celebrazioni di questa ricorrenza è Parma – capitale italiana della cultura 2021 – che dedica al cinema pasoliniano un particolare progetto espositivo. Si intitola infatti Pier Paolo Pasolini. Fotogrammi di pittura la mostra che i curatori Mauro Carrera e Stefano Roffi allestiranno all’interno della Fondazione Magnani-Rocca, presso la Villa di Mamiano di Traversetolo, dall'11 settembre prossimo al 12 dicembre. Con l’intento di sottolineare i numerosi punti di contatto tra la storia dell’arte e le opere cinematografiche di Pasolini, la rassegna attinge proprio dalla passione che il letterato di origini bolognesi nutriva verso la pittura per individuare tutti quei riferimenti estetici che tanto hanno caratterizzato il suo percorso creativo. IL CINEMA SECONDO PASOLINI Ricordato soprattutto per i suoi scritti e per i suoi film, Pasolini ha sempre custodito un eclettismo tale da rifiutare ogni tipo di etichetta: che si tratti di quadri dipinti o di poesie e romanzi, le sue opere ci parlano continuamente di qualcos’altro. Per Pasolini l’arte è infatti un mezzo unico e universale per esprimere sia sé stesso che il suo amore verso la vita e la libertà d’espressione, e la sua cinematografia così tanto distante dai canoni del cinema tradizionale ne è un ottimo esempio. Ogni elemento delle sue pellicole – come le musiche, i costumi o il montaggio – risulta spesso così stridente con il plot narrativo originale da lasciare interdetto il pubblico anche se, in realtà, questa attitudine è mossa da ragionamenti e studi profondi. Emblematiche sono infatti alcune inquadrature che prendono esplicita ispirazione da grandi capolavori della pittura di tutti i tempi, creando così un certo contrasto che viene compreso solo dopo aver osservato il film nella sua interezza.  Ne sono alcuni esempi l’ultima scena di Mamma Roma, del 1962 (dove un giovanissimo Ettore Garofolo viene immortalato nella stessa postura del celebre Cristo morto di Andrea Mantegna), i vari riferimenti a Francis Bacon e a Piero della Francesca in Teorema (1968), oppure i tableaux vivant che, riprendendo lo stesso schema compositivo della Deposizione di Rosso Fiorentino e del Pontormo, caratterizzano il celebre La ricotta – episodio del film corale Ro.Go.Pa.G., del 1963, che costò all’artista una condanna per vilipendio alla religione.LA MOSTRA ALLA FONDAZIONE MAGNANI-ROCCA Realizzata in collaborazione con il Centro Studi - Archivio Pier Paolo Pasolini della Fondazione Cineteca di Bologna e il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia, la mostra riunisce le locandine originali dei film, rare fotografie d’epoca, i preziosi e caratteristici costumi dei suoi lungometraggi (presi in prestito dallo CSAC di Parma) e una galleria fotografica incentrata sulle opere d’arte che tanto hanno ispirato l'autore. Non mancherà la proiezione di Pasolini cultura e società: un documentario del '67, firmato da Carlo Di Carlo, che mette in luce la complessa figura di un illustre personaggio della nostra storia tragicamente ucciso a Ostia, la notte del 2 novembre del 1975, come in uno dei suoi profetici tableaux vivant. [Immagine in apertura: Pier Paolo Pasolini. Roma 1971. Photo Sandro Becchetti]
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