La mostra a Palazzo Baldeschi a Perugia affianca la produzione artistica di due importanti maestri umbri: Perugino e Alberto Burri. Due stili apparentemente molto diversi e distanti 500 anni l'uno dall'altro, accomunati dall'originale uso dello sfondo nero.

Un particolare fil rouge unisce l'arte di Perugino e quella di Alberto Burri: il fondo nero delle opere. La mostra NERO Perugino/Burri a Palazzo Baldeschi a Perugia, curata da Vittoria Garibaldi e Bruno Corà, racconta l'originale legame che unisce due artisti apparentemente molto diversi e distanti 500 anni l'uno dall'altro. Voluta da Fondazione Perugia nell'ambito delle attività promosse per celebrare il cinquecentenario della morte di Pietro Vannucci, in arte Perugino, l'esposizione, visitabile dal 21 giugno al 7 gennaio 2024, avvicina la poetica dei due inconfondibili artisti umbri. I CAPOLAVORI IN MOSTRA A PERUGIA Venti opere, alcune in prestito dalla Fondazione Alberto Burri, altre da musei come il Louvre, gli Uffizi e la Galleria Nazionale dell'Umbria, sintetizzano l'attività artistica di due personalità che, seppure temporalmente molto distanti, condividono alcune caratteristiche. I capolavori in mostra mettono in risalto l'influenza esercitata dall'arte rinascimentale e da Perugino sull'artista tifernate del Novecento: due stili differenti uniti dalla medesima fascinazione per lo sfondo nero, privato di qualsiasi ambientazione paesaggistica o prospettico-architettonica. IL LEGAME TRA PERUGINO E BURRI “L’intuizione di mettere a confronto i due maestri si è sviluppata a partire dal desiderio di valorizzare, in occasione del cinquecentenario, il gioiello più prezioso della collezione d’arte di proprietà della Fondazione: la tavoletta del Perugino 'Madonna con il Bambino e due cherubini'”, afferma la presidente della Fondazione Perugia, Cristina Colaiacovo. “Da qui ha avuto origine il percorso, che inizialmente doveva essere dedicato al solo Pietro Vannucci e che, successivamente, ci ha condotto, grazie alla competenza dei curatori, a una mostra originale che rappresenta una vera novità nel panorama espositivo”. [Immagine in apertura: Alberto Burri, Rosso Plastica, 1962, plastica, acrilico, combustione su cellotex, cm 53,5x79.  Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Città di Castello]
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