Nella laguna veneziana, Punta della Dogana si prepara a ospitare la più grande retrospettiva mai dedicata all'artista francese Pierre Huyghe. Aperta al pubblico durante la Biennale Arte 2024, la rassegna indaga le connessioni tra le forme di vita umane e non, sintetiche e organiche.

Fin dagli anni Novanta, attraverso opere di videoarte, installazioni ambientali e progetti collettivi, l’artista francese Pierre Huyghe porta avanti una riflessione sull’interdipendenza tra le diverse forme di vita: umane e non, organiche e sintetiche, visibili e invisibili. Facendo luce sulle connessioni inaspettate che compongono il nostro mondo, Huyghe offre allo spettatore nuove possibilità e nuovi scenari, spesso in continua evoluzione.  Dal 17 marzo al 24 novembre, Punta della Dogana a Venezia – in partnership con il Leeum Museum of Art di Seul – si prepara a ospitare la sua più grande esposizione personale mai realizzata finora.LA MOSTRA DI PIERRE HUYGHE A VENEZIA Attraverso un vasto nucleo di opere, alcune delle quali provenienti dalla Pinault Collection, la rassegna – a cura di Anne Stenne – trasformerà il museo in un ambiente dinamico e in continuo cambiamento, esattamente come i visitatori che lo attraversano. Così, l'osservatore diventa parte dell’opera: la mostra stessa si presenta infatti come uno scenario in trasformazione, dove entità umane e non umane dialogano alla pari. In tal modo il progetto espositivo cerca di rispondere a un interrogativo fondamentale della nostra epoca: in quali condizioni le diverse forme di vita riescono a coesistere armoniosamente nell’ecosistema? L'ARTE “NON UMANA” DI PIERRE HUYGHE Aperta al pubblico durante la Biennale Arte 2024 (che quest’anno si terrà dal 20 aprile al 24 novembre), la retrospettiva abbraccia coerentemente il tema scelto da Adriano Pedrosa per questa edizione dell’Esposizione Internazionale: Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere. Infatti, nel progetto di Pierre Huyghe, lo “straniero” (ovvero ciò che ci è estraneo) viene esplorato in tutte le sue forme, talvolta persino ibridato senza più alcuna distinzione. Quello proposto dall’artista è un esercizio di “decentralizzazione” dell’essere umano, attraverso un linguaggio sconosciuto e universale, che invita l’osservatore ad abbandonare la prospettiva antropocentrica in favore di nuove possibilità percettive. [Immagine in apertura: Pierre Huyghe, Of Ideal, 2019-ongoing. Exhibition view IF THE SNAKE, Okayama Art Summit, 2019. Courtesy of the artist, TARO NASU, Marian Goodman Gallery and Hauser and Wirth. Copyright: Kamitani Lab / Kyoto. Photo: Ola Rindal. © Pierre Huyghe, by SIAE 2023]
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