KAWS, Olafur Eliasson, Tomás Saraceno. Sono solo alcuni degli artisti coinvolti in “The Looking Glass”, il nuovo progetto che porta la realtà aumentata per le strade di New York. 17 sculture effimere, da ammirare con il proprio smartphone.

Il connubio tra arte e realtà aumentata rappresenta la naturale conseguenza di quel processo di digitalizzazione che per anni ha interessato il settore museale e che, soprattutto nel corso della pandemia, ha subito una straordinaria accelerazione. L'obiettivo di questa “rivoluzione” digitale è presto detto: offrire agli spettatori la possibilità di intendere lo spazio artistico come un luogo multisensoriale e interattivo, facendoli sentire letteralmente “immersi” in un contesto ad alto impatto emotivo. Ed è questo ciò che accadrà dal 3 luglio al 29 agosto a New York, grazie a The Looking Glass – il nuovo progetto frutto della collaborazione tra Acute Art (la piattaforma leader nella produzione di contenuti artistici virtuali), The Shed (il nuovo centro culturale situato nella zona ovest di Manhattan) e High Line Art (il programma di arte pubblica diretto da Cecilia Alemani nel solco del tragitto computo da una vecchia ferrovia della Grande Mela). THE LOOKING GLASS Sono tanti gli artisti coinvolti in questa singolare iniziativa, che punta a trasformare gli spazi esterni di The Shed e quelli della High Line in un grande museo a cielo aperto, da esplorare con il proprio smartphone. Per ammirare le opere basta infatti scaricare gratuitamente la app di Acute Art e posizionare l'apparato di fronte ai vari QR Code sparsi per la città. Una volta terminata la semplice operazione, le diciassette opere in realtà aumenta di KAWS, Olafur Eliasson, Tomás Saraceno e della vincitrice del Frieze Artist Award 2021, Precious Okoyomon, compariranno come per magia nello spazio urbano. Una miriade di “sculture” impalpabili ed effimere da visualizzare grazie alla tecnologia. [Immagine in apertura: Olafur Eliasson, Solar Friend, part of Olafur Eliasson’s WUNDERKAMMER, augmented reality, 2020. Courtesy of Olafur Eliasson and Acute Art]
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