Fino al prossimo 25 settembre, la nuova sede napoletana delle Gallerie d’Italia ospita più di duecento opere e manufatti restaurati grazie a "Restituzioni", il programma di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico.

Aperto lo scorso 21 maggio nel monumentale edificio dell’ex Banco di Napoli di Via Toledo, il museo Gallerie d’Italia di Napoli ha inaugurato l’attività espositiva con la mostra conclusiva della XIX edizione di Restituzioni, intitolata La fragilità e la forza. Visitabile fino al prossimo 25 settembre, la rassegna raccoglie 231 opere restaurate tra il 2019 e il 2021 nell’ambito del programma biennale di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico italiano che la Banca Intesa Sanpaolo conduce da oltre trent’anni in collaborazione con il Ministero della Cultura e a fianco di numerose istituzioni pubbliche. Tra i capolavori restaurati ci sono opere di Antonello da Messina, Bellini, Pellizza da Volpedo e Boccioni, ma anche il mantello e gli onori di Napoleone e la grande campana rossa di Mainolfi.IL PROGRAMMA “RESTITUZIONI” Il programma Restituzioni, nato in Veneto nel 1989, ha finora sostenuto il restauro di oltre duemila opere del patrimonio artistico nazionale, rappresentando una delle principali iniziative del Progetto Cultura dell'istituzione bancaria proprietaria del circuito museale Gallerie d’Italia. Per questa edizione – che vede la curatela scientifica di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti e di Carla Di Francesco e che presenta il risultato dei restauri di ben 87 nuclei di opere provenienti da 81 enti proprietari tra musei pubblici e diocesani, chiese, luoghi di culto e siti archeologici – hanno lavorato più di settanta laboratori di restauro e decine di conservation scientist impegnati nella diagnostica (oltre ai rinomati Opificio delle Pietre Dure di Firenze, Istituto Centrale per il Restauro di Roma e Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” di Torino).I CAPOLAVORI RESTAURATI IN MOSTRA A NAPOLI Il progetto, a conferma della sua dimensione nazionale, per la prima volta ha consentito il restauro di opere provenienti da tutte le regioni italiane, coprendo un arco cronologico di ventisei secoli e spaziando dall’antichità al contemporaneo. Tra i capolavori oggetto di restauro e ora esposti in Via Toledo spiccano, tra gli altri, il San Girolamo penitente e la Visita dei tre angeli ad Abramo, entrambi di Antonello da Messina e provenienti dalla Pinacoteca Civica di Reggio Calabria; La Trasfigurazione di Giovanni Bellini dal Museo di Capodimonte; il cartone preparatorio di Giulio Romano dell’opera La Battaglia di Costantino contro Massenzio al Ponte Milvio, di proprietà della Pinacoteca Ambrosiana di Milano; Il Sole di Pellizza da Volpedo della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e il dipinto Dinamismo di un corpo umano di Umberto Boccioni proveniente dal Museo del Novecento di Milano. Tra la grande varietà di opere restaurate anche celebri manufatti come il mantello, la corona e lo scettro indossati da Napoleone per l’incoronazione a Re d’Italia, avvenuta nel Duomo di Milano nel 1805, e la maestosa campana rossa di Luigi Mainolfi realizzata alla fine degli anni Settanta e solitamente conservata presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. [Immagine in apertura: Restituzioni. La fragilità e la forza, Gallerie d’Italia, Napoli 2022. Photo Roberto Serra]
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