Fino al 16 febbraio 2025, il Museo di Santa Giulia ospita una mostra che fa luce sul Rinascimento a Brescia. Attraverso 60 opere di tre grandi maestri – Moretto, Romanino e Giovanni Gerolamo Savoldo – e una serie di itinerari storici diffusi in città, il progetto valorizza questa pagina della storia dell'arte spesso trascurata.

Spesso relegato a un ruolo marginale nella storia dell'arte, il Cinquecento bresciano è tuttavia costellato da esperienze di grande spessore, tra cui spiccano quelle di grandi maestri come Moretto, Romanino e Giovanni Gerolamo Savoldo. La retrospettiva Il Rinascimento a Brescia. Moretto, Romanino, Savoldo. 1512-1552, allestita negli spazi del Museo di Santa Giulia a Brescia fino al 16 febbraio 2025, fa luce su questa pagina ancora da scoprire. A cura di Roberta D’Adda, Filippo Piazza e Enrico Valseriati, il progetto espositivo dimostra come questo periodo sia intriso di significato: ogni opera d’arte in mostra, infatti, si intreccia con la vita degli uomini e delle donne, le emozioni e le tensioni politiche, culturali e religiose del periodo in cui venne realizzata.LA MOSTRA DEDICATA AL RINASCIMENTO BRESCIANO AL MUSEO DI SANTA GIULIAIn un contesto di crisi e rinascita, il Cinquecento a Brescia è un'epoca di conflitti religiosi e guerre, ma anche di ricerca di armonia, dove il lusso delle famiglie nobili e l'operosità dei cittadini si fondono in un fermento culturale palpabile. Le opere esposte raccontano di un tempo segnato dal sacco della città e dalle sue conseguenze, propiziando un nuovo desiderio di pace e prosperità. Suddiviso in cinque sezioni – Sterminio, Devotione, Armonia, Virtù, Affanni –, il percorso espositivo esplora le connessioni e le differenze fra i tre artisti: Savoldo, il più anziano, si distingue per il suo linguaggio poetico e le complesse ricerche luministiche, mentre Romanino si presenta come l'interprete più spontaneo e ruvido, capace di restituire scene di vita popolare con autenticità. Infine Moretto, celebrato da Giorgio Vasari per la sua sensibilità nei colori, rappresenta l'eccellenza del naturalismo lombardo, fondendo influenze nordiche e toscane.ALLA SCOPERTA DEL RINASCIMENTO “NASCOSTO”Attraverso una selezione di circa sessanta dipinti (molti dei quali in prestito da alcuni dei musei più prestigiosi del mondo, tra cui anche il Metropolitan Museum of Art di New York), la rassegna rivela come i pittori bresciani abbiano raggiunto risultati straordinari, anticipando la pittura realista di artisti come Giovan Battista Moroni e Caravaggio. Ammirando dal vivo opere emblematiche, che vanno dal restauro dello Stendardo dei Disciplini di Moretto a eccezionali prestiti come l’arazzo di Romanino, i visitatori possono cogliere la vitalità di un Rinascimento che celebra la figura femminile e la bellezza della natura, ma anche la storia di una città e di un periodo storico che traspare con chiarezza dalle scelte iconografiche e stilistiche dei pittori. La mostra, infine, si estende anche oltre i confini del museo per offrire una serie di eventi collaterali e di itinerari per attraversare la città, tra chiese e dimore storiche, invitando i visitatori a scoprire i tesori artistici di Brescia e a comprendere come l’arte del passato possa essere una risposta agli eventi di un'epoca segnata da conflitti e speranze di rinnovamento.[Immagine in apertura: Girolamo Romani detto Romanino, Concerto campestre, 1520-1530 ca., Penna e inchiostro bruno, acquerello bruno e gesso nero su carta, 29,1 x 40,9 cm. New York, The Metropolitan Museum of Art]
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