Si intitola “Il Corpo e l’Anima, da Donatello a Michelangelo. Scultura italiana del Rinascimento” la grande mostra che, fino al 24 ottobre, celebra i maestri del Rinascimento italiano nelle Sale Viscontee del Castello Sforzesco di Milano.

Dopo una prima tappa al Louvre di Parigi (conclusasi lo scorso 21 giugno), sbarca in Italia la mostra incentrata sul rapporto tra spiritualità e anatomia umana insito nella scultura rinascimentale. Promossa da Comune di Milano-Cultura, la rassegna mette in risalto la tradizione plastica nostrana, ripercorrendone le fasi. Come ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno: “Il grande successo di critica già raccolto dalla mostra a Parigi assicura ai milanesi e ai visitatori della nostra città la possibilità di vedere una straordinaria esposizione durante tutta la stagione estiva, con un esteso orario di apertura. Il Castello Sforzesco, che è stata ‘la casa’ di Leonardo per i vent’anni della sua maturità più piena, si configura come la sede naturale per rappresentare e proporre un affondo storico-critico su un periodo così cruciale per la storia dell’arte come quello rappresentato dal Rinascimento italiano”.LA MOSTRA AL CASTELLO SFORZESCO Con un percorso espositivo che attraversa più di sessant’anni di storia (dal rientro a Firenze di Donatello, avvenuto nel 1453, alla scomparsa di giganti come Raffaello e Leonardo), Il Corpo e l’Anima, da Donatello a Michelangelo. Scultura italiana del Rinascimento mette a confronto la maestria dei più rilevanti interpreti dell’epoca rinascimentale. Attraverso capolavori fusi in bronzo, realizzati in marmo o intagliati nel legno, la scultura diviene così metafora di tensioni e tormenti che animano il corpo di santi e martiri, quasi come fossero gli stessi moti dell’anima dei soggetti rappresentati a plasmarne la materia. L’itinerario della mostra riunisce 120 opere – provenienti da musei di tutto il mondo quali il Museo Nacional del Prado di Madrid o il Metropolitan Museum di New York – che vedono il punto più alto nella celebre Pietà Rondanini di Michelangelo. LE SEZIONI DELLA MOSTRA Snodandosi in quattro sezioni principali, l’intera esposizione tocca alcuni temi chiave per la società del tempo. Se maestri come Bertoldo e il Verrocchio hanno saputo trasmettere tutta l’esasperazione dei movimenti del corpo, va invece riconosciuta a Donatello, Giovanni Angelo del Maino e Guido Mazzoni la destrezza nell’infondere tutta la potenza del pathos religioso (come testimoniano le commoventi raffigurazioni di San Gerolamo o di Maria Maddalena). Grazie anche all’allestimento del video proiettato nella Sala degli Scarlioni – a opera della Compagnia Tiezzi-Lombardi e ispirato alla rappresentazione teatrale Mater strangosciàs di Giovanni Testori –, i visitatori sono invitati a reinterpretare in un’ottica inconsueta la tematica sacra della Pietà. [Immagine in apertura: Agostino di Duccio, Santa Brigida di Svezia riceve la regola del suo ordine, 1459. Marmo, cm 42,5 63,8. New York, The Metropolitan Museum of Art, John Stewart Kennedy Fund, 1914, 14.45]
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