In contemporanea con la grande retrospettiva dedicata a Keith Haring, il Palazzo Blu di Pisa continua a celebrare l’arte urbana attraverso una nuova rassegna, che riunisce ben quarantacinque tra i più importanti street artist italiani e internazionali.

L’impronta che Keith Haring ha lasciato a Pisa nel 1989 – con la realizzazione dello storico murale intitolato Tuttomondo – è ancora vivida nella città toscana attraverso riflessioni e iniziative dedicate al forte potenziale degli interventi di street art. Un’eredità, quella del famoso writer statunitense, che Palazzo Blu sta celebrando attraverso due importanti progetti espositivi. Ad animare gli spazi del museo pisano, in questi giorni, non vi è infatti soltanto la retrospettiva dedicata ad Haring ma anche Attitude I Graffiti writing, Street Art, Neo Muralismo, la mostra collettiva dedicata alle opere di quarantacinque street artist di fama internazionale. Come afferma il Presidente della Fondazione Pisa, Stefano Del Corso: “Con la mostra ‘Attitude I Graffiti writing, Street Art, Neo Muralismo’ affrontiamo la sfida di portare l’arte di strada dentro il museo, attraverso il progetto curato dall’Associazione Start – Open your eyes. Le opere che sono esposte nelle sale della collezione permanente sono frutto dell'espressione di un gruppo di artisti che appartengono al fenomeno culturale chiamato ‘street art’, artisti contemporanei abituati a creare nei più diversi contesti urbani. Questa esposizione potrà risultare complementare alla grande mostra su Keith Haring, visitabile già da alcune settimane, e si ripropone di portare il racconto dell’arte urbana, di cui Haring è stato un padre nobile, fino ai giorni nostri, esplorando le tendenze contemporanee e i molteplici messaggi che queste veicolano. La volontà della Fondazione Pisa è di arricchire il racconto dell'arte contemporanea e offrire un contributo al dibattito su questa forma d'arte non sempre oggetto di un giudizio univoco”. LA MOSTRA SULLA STREET ART A PISA Alice Pasquini, Sten&Lex, Eron, Ozmo sono solo alcuni dei numerosi artisti inclusi nel percorso espositivo che parte dalla biblioteca per estendersi alle sale del quarto piano di Palazzo Blu, presentando settantaquattro opere provenienti sia dagli archivi personali degli artisti sia da prestigiose collezioni. Affiancando le molteplici declinazioni dell’arte urbana – dalla durezza estetica dei graffiti ad approcci più vicini all’astrattismo –, l’iniziativa offre al pubblico una panoramica sulle ultime evoluzioni stilistiche che hanno caratterizzato questa tendenza. Curata da Gianguido Grassi, la mostra dà spazio ad autori, italiani e non, che nel corso del tempo hanno saputo affermare il proprio stile su larga scala. Sono questi i casi, ad esempio, degli iconici volti rappresentati da Shepard Farey (meglio noto come Obey), delle incredibili illusioni 3D del veneto Peeta o delle infinite costruzioni geometriche di Joys. GLI EVENTI COLLATERALI DELLA MOSTRA L’esperienza della rassegna non si esaurisce soltanto nel format di mostra collettiva. Arricchisce infatti il progetto un calendario di eventi che prevede quattro performance dal vivo e altrettante mostre personali che si susseguiranno di mese in mese all’interno della cosiddetta Sala Focus del museo. A inaugurare questo ciclo di appuntamenti è uno dei maggiori esponenti del post-graffitismo astratto, ovvero 108 che, nella giornata di sabato 18 dicembre, presenterà l’installazione site specific Il museo dell’assurdo. Completeranno la serie di interventi in loco gli artisti Joys, 2501 e il newyorchese Gaia. Le buone notizie per la città toscana, e i suoi abitanti, non finiscono qui. Impreziosisce la mostra l'arrivo a Pisa di alcuni grandi nomi della scena urban internazionale che, con i loro interventi, regaleranno nuova linfa al patrimonio di opere pubbliche contemporanee. [Immagine in apertura: 108, Niort]
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