Triennale Milano e Fondation Cartier presentano un’esposizione che osserva l’ecosistema delle foreste attraverso la lente degli artisti latinoamericani e indigeni.

Da oggi (22 giugno) al 29 ottobre, Triennale Milano ospita Siamo Foresta, un progetto espositivo incentrato sul ripensamento del ruolo dell'uomo all’interno dell'universo dei viventi, in un’ottica post-antropocentrica e più consapevole. Curata dall’antropologo Bruce Albert e dal direttore generale artistico della Fondation Cartier, Hervé Chandès, con l'allestimento creato dall’artista Luiz Zerbini, l’esposizione include le opere di ventisette artisti, per lo più latinoamericani e molti dei quali appartenenti a comunità indigene. Si tratta di una “difesa collettiva” dell’ecosistema della foresta, dal quale dipende la sopravvivenza dell’uomo e di tutti gli esseri viventi. UNA MOSTRA PER LE FORESTE Siamo Foresta porta nel cuore di Milano un’importante visione alternativa di convivenza con la natura, oggi più che mai urgente, proveniente dalle società indigene. “Per loro, le comunità umane e non umane costituiscono un complesso multiverso di popoli che convivono, su un piano di uguaglianza e a costo di compromessi reciproci, all'interno di una stessa entità vasta e vivente, la 'terra-foresta-mondo'”, spiega Bruce Albert. Così, natura e cultura si fondono: la foresta non è più uno spazio estraneo alla città, ma il luogo in cui si celebra l’incontro tra le diversità. L’ARTE INDIGENA NEL CUORE DI MILANO “'Siamo Foresta' trae la sua ispirazione da una comune visione estetica e politica della foresta come multiverso egualitario di popoli viventi, umani e non umani, e come tale offre una vibrante allegoria di un mondo possibile al di là del nostro antropocentrismo”, continua Albert. “Fin dalle sue origini, la tradizione occidentale ha diviso e gerarchizzato gli esseri viventi secondo una scala di valori di cui l'essere umano costituisce l'apice. Questa supremazia dell’umano ha progressivamente allontanato l’umanità dal resto del mondo vivente, aprendo così la strada a tutti gli abusi di cui la distruzione della biodiversità e la catastrofe climatica contemporanea sono il risultato”. [Immagine in apertura: credit Andrea Rossetti]
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