La Biblioteca Braidense di Milano ospita, fino al 2 luglio 2022, una prestigiosa selezione di libri appartenuti a Umberto Eco. Inaugurato anche lo “Studiolo”, un ambiente che richiama l'atmosfera di quello in cui Eco conservava i suoi volumi più antichi.

Fino al 2 luglio 2022, presso la Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, sarà esposta al pubblico, per la prima volta, una selezione di volumi antichi acquisiti nel 2018 dal Ministero della Cultura dalla famiglia di Umberto Eco. Nella eccezionale raccolta sono presenti, tra gli altri, testi iconici e di inestimabile valore come il De Civitate Dei (1470), l’Hypnerotomachia Poliphili (1499), la terza edizione della versione latina stampata a Venezia nel 1481 del Corpus Hermeticum di Ermete Trismegisto e una serie di edizioni del XVI secolo. La mostra inaugura anche il cosiddetto “Studiolo” ispirato, per ambientazione e atmosfera, a quello in cui Eco conservava tutti i suoi milletrecento titoli rari. LA MOSTRA ALLA BIBLIOTECA BRAIDENSE La mostra L’idea della Biblioteca. La collezione di libri antichi di Umberto Eco alla Biblioteca Nazionale Braidense vede la curatela scientifica di James Bradburne, di specialisti del Centro internazionale di studi umanistici “Umberto Eco” di Bologna, di Riccardo Fedriga, Anna Maria Lorusso e Costantino Marmo dell’Università di Bologna e di Valentina Pisanty dell’Università di Bergamo. Allestita attraverso teche tematiche nelle quali viene indagato un preciso aspetto del rapporto tra Eco e i tomi antichi, la rassegna riunisce ottantadue volumi, di cui sessantadue del Fondo libri Umberto Eco, diciannove della collezione Biblioteca Braidense e uno del Warburg Institute.  LO STUDIOLO CHE EVOCA “LA STANZA DEGLI ANTICHI” Lo “Studiolo” è un omaggio alla passione bibliofila di Umberto Eco, ma soprattutto alla “Stanza degli antichi”, una camera con balconcino e vista panoramica sul Castello Sforzesco che l’intellettuale aveva fatto ricavare all’interno della sua ultima residenza milanese per catalogare e conservare i milletrecento libri rari e pregiati – di cui trentasei incunaboli ovvero stampati prima del 1500 – appartenenti alla sua "Bibliotheca semiologica, curiosa, lunatica, magica et pneumatica".  Lo Studiolo, come afferma Marzia Pontone, direttrice della Biblioteca Braidense, "sarà uno spazio nella città aperto allo studio e alla ricerca, in stretta sinergia con i contesti accademici in cui lo stesso Eco insegnò per decenni. Uno spazio generativo di cultura, che non dimentica il passato, ma guarda al futuro”. [Immagine in apertura: Biblioteca Nazionale Braidense “Studiolo” di Umberto Eco]
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