Il paesaggio quotidiano di Luigi Ghirri, quello astratto di Mario Cresci e la fotografia sperimentale di ricerca di autori italiani emergenti: il 4 giugno, nella cornice di Villa Brandolini a Pieve di Soligo, inaugura l’undicesima edizione del festival dedicato alla fotografia contemporanea.

Villa Brandolini a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, ospita, dal 4 giugno al 10 luglio 2022, l'undicesima edizione del festival F4 /Un’idea di fotografia. La rassegna, promossa dalla Fondazione Francesco Fabbri e con la direzione artistica di Carlo Sala, è intitolata Dalle riflessioni sul paesaggio di Luigi Ghirri e Mario Cresci alla fotografia di ricerca e sarà composta da due grandi mostre fotografiche: Fosfeni e The image as process.LE FOTOGRAFIE DI LUIGI GHIRRI Il titolo della retrospettiva d’apertura – Fosfeni – richiama quello della raccolta di versi del poeta del paesaggio novecentesco Andrea Zanzotto, originario proprio di Pieve di Soligo. E il fenomeno del fosfene, caratterizzato dalla percezione di scintille e lampi di luce all’interno del campo visivo, vuole essere, metaforicamente, per gli autori coinvolti nella rassegna, uno stimolo a guardare oltre il “reale” e cercare così percezioni "altre". La mostra si articola, infatti, partendo da un importante corpus di opere di Luigi Ghirri – come la serie Paesaggio italiano e gli scatti tratti da Ciclo pittorico di Piazza Betlemme –, celebre proprio per aver cambiato il modo di concepire, in fotografia, il paesaggio quotidiano. L’esposizione prosegue con le opere in bianco e nero del fotografo sperimentatore Mario Cresci e con gli scatti di grande formato di Paola De Pietri. In mostra anche una serie di fotografie di autori italiani emergenti come Lidia Bianchi, Silvia Bigi, Marina Caneve, Valentina D’Accardi, Silvia Mariotti, Allegra Martin, Alberto Sinigaglia e Jacopo Valentini, impegnati a rinnovare il complesso dialogo tra fotografia e paesaggio.LA MOSTRA "THE IMAGE AS PROCESS"La seconda mostra allestita per il festival – The image as process – è curata da Carlo Sala e del collettivo The Cool Couple e vuole essere una riflessione su come le immagini, considerate al pari di "materia liquida" in continua evoluzione, riescano ad assumere significati diversi a seconda dei contesti in cui vengono utilizzate e dal target di pubblico da cui sono fruite. Gli autori sono stati invitati a presentare le loro opere fotografiche ispirandosi a una tematica tra quelle proposte (antropocene, biopolitica, catastrofe, comunità, incertezza, immagine politica, invisibilità vs. proliferazione dell’immagine, meta-fotografia, post-fotografia e ricerche sul linguaggio, paesaggio, processi sociali). A conferma di quanto l'immagine sia un contenuto sfaccettato, plurale e complesso da maneggiare, i curatori della mostra, andando oltre la volontà originaria degli artisti, hanno rimescolato i contributi fotografici in un gioco di rimandi, intrecci e nuovi significati.[Immagine in apertura: Jacopo Valentini, Ciao.Vao.. Ettore.Triptych of Artificial Poplars, 2018. Inkjet Print; 3+2 p.a. Courtesy Private Collection]
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