A Bilbao occhi puntati su Joan Miró e Oskar Kokoschka
ARTE
Il museo della città basca presenta la sua programmazione per il 2023 all'insegna delle grandi voci che hanno saputo rinnovare l'arte in Europa.
È passato ormai oltre un quarto di secolo dall'apertura del
Guggenheim Museum di Bilbao, il mastodontico edificio sulla riva del fiume
Nervión disegnato da Frank O. Gehry, eppure l’istituzione non smette di stupire
e di attirare frotte di visitatori e appassionati d’arte. Anche per questo 2023
la programmazione espositiva si preannuncia ricca e variegata: l'arte di un
grande maestro spagnolo sarà oggetto della mostra dal titolo Joan Miró. La
realidad absoluta. París, 1920-1945, che aprirà i battenti il prossimo 10
febbraio e sarà visitabile fino al 4 giugno prossimo, mentre dal 17 marzo al 3 settembre
sarà il campione dell'arte austriaca Oskar Kokoschka il protagonista di una
grande retrospettiva a lui dedicata.
IL FASCINO ASTRATTO DI JOAN MIRÓ
L'artista catalano Joan Miró è puro brio e pura emozione
pittorica, e sarebbe ingiusto non includerlo tra i principali artisti del
Ventesimo secolo: la sua produzione all'insegna della libertà formale è
ammirata per le innovazioni nel linguaggio che spesso portano a uno
sperimentalismo radicale. Collocato dapprima all'interno delle prime
avanguardie, in un'epoca caratterizzata da Surrealismo e Dadaismo, Miró elabora
una propria strada verso la reinterpretazione del reale. L'esposizione di
Bilbao illumina in particolar modo il periodo che va dal 1920, quando l'artista
si recò per la prima volta a Parigi, al 1945. I suoi dipinti in questi anni
evolvono verso segni sempre più potenti ed essenziali: da una pittura dal
sapore quasi agreste e bucolico si giunge a un ricco lessico di costellazioni,
di astri e di oggetti enigmatici legati all’inconscio collettivo. I rimandi all’arte
rupestre e preistorica vengono condensati da Miró in un vocabolario di forme senza
tempo, dove le avanguardie e il linguaggio astratto entrano in risonanza con le
primigenie testimonianze della creatività umana.
LO SGUARDO IRREQUIETO DI OSKAR KOKOSCHKA
Il Guggenheim Museum di Bilbao inoltre presenterà una grande
retrospettiva dedicata all'artista austriaco Oskar Kokoschka, realizzata in
collaborazione con il Musée d’Art Moderne di Parigi. La produzione di Kokoschka
si sviluppa lungo tutto il Ventesimo secolo: se agli inizi della sua carriera,
durante l'epoca precedente alla Prima Guerra Mondiale, i suoi dipinti denotano
una sostanziale aderenza ai dettami stilistici dello Jugendstil austriaco
(altrove chiamato anche Art Nouveau e Stile Liberty), la sua intraprendenza creativa
lo porta presto a infrangersi contro il rigido decorativismo proprio della
Secessione viennese. Kokoschka quindi sviluppa uno stile pittorico
inconfondibile, in cui le pennellate assumono la conformazione dinamica di
linee cinetiche nitide e spigolose, espressione della sua vulcanica creatività.
Alcuni pittori trovarono nella nuova pittura concepita da Kokoschka una
inesauribile fonte di ispirazione, come accadde a Egon Schiele, anch'egli maestro
dell'Espressionismo. Negli anni successivi al primo conflitto mondiale
Kokoschka, grazie al suo gallerista Paul Cassirer, ebbe l'opportunità di
viaggiare in tutta Europa e ritrarre con la sua potente pittura i paesaggi
osservati. La sua anima irrequieta lo portò in seguito a trasferirsi a Praga,
per poi rifugiarsi in Inghilterra durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo la
guerra Kokoschka risiedette in Svizzera, dove ebbe modo di ritornare alla sua
primigenia pittura espressiva e divenire un entusiasta sostenitore dell'Europa
finalmente unita.
[Immagine in apertura: Courtesy Guggenheim Museum Bilbao]