A 25 anni dalla sua inaugurazione, il Museo Guggenheim Bilbao ha presentato un pionieristico piano per la propria sostenibilità ambientale. L'impegno dell'istituzione basca si pone in linea con iniziative intraprese, sempre più di frequente, dagli artisti contemporanei in un'ottica di salvaguardia del pianeta.

Attualmente sede della mostra Motion. Autos, Art, Architecture, curata dall'architetto Norman Foster, il Museo Guggenheim Bilbao ha presentato nei giorni scorsi un programma senza precedenti. In concomitanza con le celebrazioni per i 25 anni dalla propria apertura al pubblico, il museo disegnato dall'architetto Frank Gehry ha annunciato di essersi dotato di un piano per la sostenibilità ambientale. Si tratta di un insieme di misure, pionieristiche per il settore museale, attraverso le quali punta a ridurre l’impatto ambientale della propria attività e ad adottare strategie "ecoefficienti" e soluzioni energeticamente sostenibili, favorendo processi non inquinanti.IL PIANO PER LA SOSTENIBILITÀ DEL GUGGENHEIM BILBAO Sebbene, come intuibile, l'impatto ambientale di una struttura con funzione museale possa essere ridotto rispetto, ad esempio, a un grande impianto industriale, anche il Guggenheim Bilbao genera emissioni dirette e indirette, come quelle derivanti dal trasferimento delle opere d'arte. Ricorrendo a metodi di misurazioni attualmente in uso, il museo, per primo nel territorio spagnolo, ha calcolato il proprio impatto, in modo da "conoscere", numeri alla mano, la propria produzione di carbonio. I numeri emersi hanno rappresentato un dato fondamentale per l'elaborazione di un piano di azioni capace di ridefinire l'impronta dell'istituzione sull'ambiente. Il miglioramento nella gestione energetica della sede, interventi mirati sui fronti della programmazione espositiva (dall'allestimento al trasporto delle opere, fino alla scelta dei materiali impiegati per il loro imballaggio) o dei programmi pubblici promossi, in un'ottica di sensibilizzazione dei visitatori, rientrano fra gli interventi del programma. Si tratta di un obiettivo nobile e ambizioso, che pone il museo in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 fissati dalle Nazioni Unite.ARTE CONTEMPORANEA E SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Destinata, probabilmente, a "fare scuola", la scelta del Museo Guggenheim Bilbao non giunge tuttavia inattesa. Da tempo, infatti, si sta facendo largo una nuova "coscienza ambientalista" nel settore dell'arte contemporanea, che impone tanto alle istituzioni che promuovono i grandi eventi di settore, quanto ai singoli artisti, di dare un virtuoso contributo per provare ad arginare le conseguenze del cambiamento climatico. L'eco di questa consapevolezza si propaga anche su iniziative a carattere sperimentale, fra le quali si può ricordare la "prima street art performance collettiva a distanza che fa bene al pianeta", andata in scena quasi sei anni fa. Fra le realtà internazionali più attente e scrupolose in questo delicato ambito, vale la pena segnalare lo Studio Olafur Eliasson: fondato nel 1995, ha esplorato fin dagli esordi la relazione fra uomo, pianeta e clima, sviluppando opere per riflettere sull'importanza delle risorse naturali, come Our glacial perspectives. Più di recente, in un'intervista alla stampa, lo studio ha reso nota la propria volontà di diventare "carbon neutral" il prima possibile, annunciando che sta calcolando le proprie emissioni e sta iniziando a ridurre i trasferimenti in aereo a favore di quelli in treno. [Immagine in apertura: Photo by Piotr Musioł on Unsplash]
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