​Tutto quello che c'è da sapere sull'M+, il primo museo globale di cultura visiva contemporanea dell'intera Asia. A riflettere la natura multidisciplinare del nuovo centro, appena inaugurato a Hong Kong, sono le sei mostre inaugurali.

C'è un nuovo indirizzo di riferimento per esperti, neofiti e appassionati di arte contemporanea: nel West Kowloon Cultural District di Hong Kong, dal 12 novembre è ufficialmente aperto l'M+, il primo museo globale di cultura visiva moderna e contemporanea dell'intera Asia. Alle considerevoli dimensioni dell'edificio progettato dallo studio Herzog & de Meuron, in collaborazione con TFP Farrells e Arup (65.000 metri quadrati complessivi, di cui 17.000 a carattere espositivo distribuiti in trentatré gallerie), si sommano gli ambiziosi obiettivi che accompagnano l'operazione. Fra i più grandi musei di cultura visiva al mondo, l'M+ è stato concepito con il dichiarato scopo di diventare un influente punto di riferimento nel panorama artistico e culturale del continente asiatico, nonché una nuova icona architettonica globale. LA LUNGA STORIA DELL'M+ DI HONG KONG  Per ricostruire la vicenda dell'M+ è necessario fare un passio indietro fino al 2012, anno in cui la West Kowloon Cultural District Authority di Hong Kong indisse il concorso internazionale per la costruzione dell'edificio. Decretato vincitore l'anno seguente, lo studio svizzero H&dM, insieme ai suoi partner, ha intrapreso l'iter realizzativo nel 2015; il cantiere si è concluso nel 2020. Analogamente alla maggior parte degli edifici pubblici di Hong Kong, anche il nuovo museo è direttamente collegato con la rete del trasporto locale, in particolare con l'MTR Airport Express e la Tung Chung Line. Fra gli aspetti distintivi del complesso, che dispone di 18 piani, si distinguono lo schermo LED di 110 x 66 metri, collocato sulla facciata sud della torre e progettato per essere "un'estensione visiva" del programma museale, e il ricorso a elementi in ceramica smaltata verde scuro per il rivestimento. Una scelta inedita in una metropoli conosciuta per l'alto numero di grattacieli in vetro, che riflette una doppia volontà dei progettisti: la ceramica oltre a restituire visivamente le condizioni di luce e del meteo, "animando" la facciata con un costante gioco di sfumature e variazioni, proteggerà l'edificio nel lungo periodo dagli effetti corrosivi di calore, umidità e vento.TUTTE LE SEI MOSTRE INAUGURALI Cosa troveranno all'interno dell'M+ i visitatori che ne varcheranno la soglia nei primi mesi di apertura? Oltre alle installazioni e agli interventi appositamente commissionati per l'inaugurazione, fra cui l'opera site-specific del "maestro della calligrafia" di Taiwan Tong Yang-Tze, sono sei le mostre di natura multidisciplinare attualmente allestite. Da The Dream of the Museum ad Antony Gormley: Asian Field, passando per Individuals, Networks, Expressions che ricostruisce lo scenario dell'arte visiva del dopoguerra privilegiando la prospettiva asiatica, e per Things, Spaces, Interactions, in cui viene esaminato il crescente rilievo di discipline come il design e l'architettura negli ultimi settant'anni. Completano l'offerta espositiva due progetti espositivi più direttamente connessi con le società cinese e hongkonghese: M+ Sigg Collection: From Revolution to Globalisation, il cui focus è l'arte contemporanea cinese degli ultimi cinque decenni, e Hong Kong: Here and Beyond, che esplora l'unicità della metropoli asiatica, documentandone la straordinaria trasformazione urbana e architettonica. A descrivere l'edificio e le mostre in corso contribuiscono anche queste quindici fotografie. [Immagine in apertura: M+. Installation view of Individuals, Networks, Expressions in South Galleries. Photo: Kevin Mak © Kevin Mak. Courtesy of M+, Hong Kong]
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