Progettato dallo studio di architettura Alvisi Kirimoto, il museo dedicato al regista Michelangelo Antonioni aprirà i battenti a Ferrara la prossima estate. Nei due piani di Palazzo Massari del nascente Spazio Antonioni sarà possibile ripercorrere la carriera del celeberrimo autore tra rari pezzi d’archivio e sequenze delle sue indimenticabili pellicole.


La Notte, Blow-Up, Zabriskie Point, Professione: reporter: in quasi mezzo secolo di carriera, il regista ferrarese Michelangelo Antonioni ha fatto la storia del cinema con alcune delle pellicole più intense della settima arte. La sua città gli rende omaggio con un museo interamente dedicato al suo percorso professionale, ospitato nei due piani dell’ex Padiglione d’Arte Contemporanea di Palazzo Massari a Ferrara. Si prevede che lo Spazio Antonioni, disegnato dal prestigioso studio di architettura Alvisi Kirimoto, sarà pronto entro l'estate 2024.IL MUSEO DEDICATO A MICHELANGELO ANTONIONIIl museo ospiterà una vasta selezione dagli oltre 47mila pezzi d’archivio – film, manifesti, sceneggiature originali, fotografie di scena, disegni e dipinti di Antonioni, la sua biblioteca e discoteca, i premi e le lettere private – che compongono l’eredità del regista. Ad arricchire questa collezione le sequenze dei suoi film, ma anche un confronto con le opere d’arte che hanno ispirato l’autore, come i capolavori di Giorgio Morandi, Filippo de Pisis o Alberto Burri. Con‌cepito per raccontare al grande pubblico l’universo narrativo del regista, il museo è allestito secondo il progetto curatoriale di Dominique Païni (già direttore della Cinémathèque Française e del dipartimento culturale del Centre Pompidou). “Spazio Antonioni presenta l’opera globale del cineasta secondo un percorso ritmato per accompagnare le scoperte del visitatore e offrire alle generazioni future un accesso semplice e sintetico a questa opera maggiore dell’arte moderna", spiega il curatore.IL PROGETTO DELLO SPAZIO ANTONIONI A FERRARADal tramonto del neorealismo, passando per la “trilogia della modernità” e le pellicole anglosassoni più “pop”, l’itinerario di visita accompagna cronologicamente il visitatore attraverso ogni “stagione cinematografica” del regista. Al piano terra sono state previste una successione di sezioni e due sale immersive dedicate alle proiezioni dei film di Antonioni; al primo piano lo spazio si "apre" e diventa più fluido grazie a dei pannelli che, ruotando e traslando, permettono di modulare un'ampia sala, rendendola adatta a vari usi: dalle proiezioni alle conferenze, fino alle mostre e ai workshop. “Abbiamo avuto l’opportunità di collaborare direttamente con Michelangelo Antonioni nel 2006 per l’allestimento delle sue opere pittoriche nella mostra ‘Il silenzio a colori’ al Tempio di Adriano di Roma", racconta l’architetto Massimo Alvisi. "Per il maestro, il modo in cui si attaccava il quadro era importante quanto il quadro stesso, e questa devozione per il particolare come per l’insieme, per ciò che è di fronte e dietro la telecamera, è quello che abbiamo voluto tradurre in architettura”.[Immagine in apertura: Michelangelo Antonioni]
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