Atteso da appassionati e studiosi, ha aperto le porte oggi, domenica 19 settembre, il Museo dell'Ottocento di Pescara, nuovo polo espositivo che riunisce la preziosa raccolta dei coniugi Venceslao Di Persio e Rosanna Pallotta. Con un occhio di riguardo per la tradizione pittorica napoletana e quella della Scuola di Barbizon.

Un nuovo polo museale ha schiuso i battenti nella sede dell’ex Banca d’Italia in viale Gabriele d’Annunzio a Pescara: stiamo parlando del Museo dell'Ottocento – Fondazione Di Persio-Pallotta (nell'immagine in apertura), che fa da dimora a una delle raccolte pittoriche più dense e varie del panorama italiano. A costellare le sale dell'edificio di inizio Novecento, adattato alle esigenze espositive contemporanee, sono infatti i capolavori presenti nella raccolta dei coniugi Venceslao Di Persio e Rosanna Pallotta, frutto di una passione collezionistica decennale per la pittura ottocentesca. La raccolta, avviata nel 1987 con l'acquisto di un dipinto del pittore romano, ma napoletano d’adozione, Antonio Mancini, può contare oggi su centinaia di opere che testimoniano non solo l'eccezionale varietà della produzione pittorica napoletana nel corso dell'Ottocento, ma regalano anche uno spaccato della scena internazionale dell'epoca, innescando un dialogo con la pittura d'Oltralpe, in particolare con la Scuola di Barbizon.IL NUOVO MUSEO A PESCARA Temi, scuole e tendenze sono i criteri che guidano l'allestimento delle opere lungo le quindici sale del museo, disposte su tre piani. A dare il via al percorso è un focus sul vedutismo rapportato al paesaggio napoletano che, in seguito alle scoperte archeologiche nei siti di Pompei ed Ercolano, diventa una "tappa" imprescindibile del Grand Tour in Italia. Le opere della Scuola di Posillipo, di Domenico Morelli, della "Scuola di Resina" e, ovviamente, di Antonio Mancini e Michele Cammarano sono solo alcune delle "bussole" che orientano l'itinerario di mostra, facendo incontrare allo spettatore tecniche, stili e provenienze diversi. Il secondo piano del museo è dedicato al legame tra Napoli e Parigi, testimoniato dai lavori di artisti italani come Giuseppe Palizzi e Federico Rossano, che trovarono nella Ville Lumière una ineguagliabile fonte di ispirazione. Non manca un approfondimento sulla Scuola di Barbizon, all'interno del quale spiccano due paesaggi di Gustave Courbet. L'offerta del nuovo organismo cuturale di Pescara non si esaurisce nell'esposizione della raccolta ottocentesca: il museo, infatti, dotato anche di una sala studio, di una biblioteca, di uno spazio per conferenze e di una foresteria pensata per i giovani studiosi, ospiterà mostre temporanee in dialogo con le opere della collezione.
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