In Nevada, nel Black Rock Desert, si è appena concluso l'annuale "Burning Man". Associato al tema "Waking Dreams", l'appuntamento ha preso in esame il "potere trasformativo dei sogni, sia letterali che figurativi" con il tradizionale mix di eccentriche installazioni. Alle quale va a sommarsi l'atteso Museum of No Spectators.

Posticipata a causa della pandemia e resa possibile grazie a una raccolta fondi, l'apertura dell'insolito Museum of No Spectators si è svolta contestualmente all'ultima edizione del Burning Man. L'annuale festival ad alto tasso creativo che si tiene nel Black Rock Desert, in Nevada, è andato in scena nei giorni scorsi (dal 28 agosto al 5 settembre 2022) e ha segnato il debutto ufficiale dello spazio espositivo concepito dagli artisti John Marx e J Absinthia Vermut. CHE COS'E IL MUSEUM OF NO SPECTATORS? Pittore, poeta e architetto, Marx ha descritto il concept della struttura, che riflette la natura completamente partecipativa del Burning Man, esprimendosi in termini di "edificio intrigante e misterioso con le sue gallerie dalla forma insolita che sembrano in parte una macchina, in parte una creatura, in parte una forma astratta e surreale". Il MoNS dispone di una superficie di 140 metri quadrati ed è stato realizzato da un team di 30 volontari, impiegando elementi tubolari in acciaio e pannelli in alluminio. Il risultato è una costruzione che sembra emergere dalla sabbia del deserto come una "visione ultreterrena", pur essendo a tutti gli effetti un volume architettonico, nei cui spazi gli ideatori intendono estendere le possibilità espressive dei visitatori come mai prima d'ora.L'INEDITO RUOLO DEI VISITATORI NEL MUSEO DEL BURNING MAN Come dovrebbe essere un museo che rispecchi la "cultura del Burning Man"? Cos'è possibile fare al suo interno? Quale ruolo potrebbe avere l'arte in questa "istituzione"? E, di conseguenza, quale potrebbe essere il contributo di ciascun individuo una volta varcata la soglia del MoNS? Sono queste alcune delle questioni sollevate dal nuovo museo, che prende con forza le distanze da una certa "visione elitaria" e stereotipata delle istituzioni museali, secondo la quale si tratta di ambienti destinati all'esclusiva esposizione delle opere degli artisti. A questa idea il MoNS contrappone l'eredità del Burning Man, che nel corso degli anni ha dimostrato come sia possibile operare al di fuori del contesto museale, dando vita a lavori anche di notevole potenza artistica capaci di conquistare grande risonanza nella società e di incidere nella percezione comune dell'arte contemporanea. D'ora in poi, nel MoNS il visitatore smetterà di vestire i panni che tradizionalmente indossa nei "musei canonici": avrà l'opportunità di accedere a uno spazio radicalmente inclusivo, nel quale sperimentare in prima persona tutte le potenzialità del processo creativo. [Immagine in apertura: Courtesy of Architect John Marx, Form4 Architecture]
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