Napoli come non l'avete mai vista
LETTERATURA
Il nuovo libro di Lucia Tozzi e Giovanna Silva è un omaggio a Napoli, lontano però dagli stereotipi da cartolina e da quelli in stile “Gomorra” che da anni nutrono l'immaginario turistico collettivo. Soffermandosi in particolare sull'architettura popolare, il saggio analizza occasioni mancate e possibili evoluzioni del tessuto urbano della città.
Napoli è, forse più di ogni altra
città italiana, uno crogiolo di stereotipi e luoghi comuni che da
tempo immemore ne condizionano l'immagine. Il mito di un inesauribile
vitalismo e dell'immaginario da Bronx mediterraneo innescato da
Gomorra, e i soliti sole, mare, pizza e mandolino hanno
creato nel tempo un “vestito” pittoresco che se da una parte
alimenta la città, garantendole un ruolo preciso all'interno del
nostro pensiero collettivo, dall'altra la mortifica, ne ostacola il
cambiamento e in ultimo ne nasconde qualità inedite, a molti
sconosciute e certamente assai più degne di attenzione.
Voltano le spalle al panorama e al
consueto ritratto da cartolina della città Giovanna Silva e Lucia
Tozzi, le due autrici da poco in libreria con un nuovo volume
fotografico dedicato alle architetture popolari del luogo:
un'indagine “chirurgica” che, con immagini e parole, ripercorre
l'urbanizzazione del capoluogo campano dal dopoguerra alla fine del
secolo; un periodo lungo e complesso, caratterizzato da investimenti,
grandi speranze e (tante) occasioni perse.
NAPOLI E L'ARCHITETTURA POPOLARE
Edito da Nottetempo, il libro – dal
titolo Napoli. Contro il panorama – si sofferma in
particolare sulle architetture sovvenzionate dai grandi interventi
pubblici del secondo Novecento, tra sedi universitarie, ospedali,
edifici civili e soprattutto moltissime case popolari. “Dai
quartieri INA-Casa degli anni Cinquanta agli interventi della
ricostruzione post-terremoto degli anni Ottanta, sono stati costruiti
più di 80.000 alloggi, molti di qualità, della cui esistenza
pochissimi sono consapevoli – a esclusione delle Vele di Franz Di
Salvo, ormai entrate a far parte delle icone napoletane insieme a
Maradona e al Vesuvio”, si legge nel testo introduttivo di
Lucia Tozzi.
IL SAGGIO DI LUCIA TOZZI E GIOVANNA
SILVA
Le immagini di Giovanna Silva fanno da
corollario alle tesi della scrittrice, dimostrando – con scatti
liberi, perlopiù prodotti per mezzo di uno smartphone, in esterno e
ad altezza d’uomo – il decadimento di molti di questi luoghi che
nel corso degli anni non sono stati rigenerati come accaduto in altre
città. A ben vedere, il tema stesso del saggio è proprio questo:
ciò che non si vede, più che ciò che c'è.
I fari della narrazione sono infatti
tutti puntati sulla mancata trasformazione urbana di Napoli
nell'ultimo quarto di secolo. La stessa che invece ha radicalmente
cambiato il volto di altre metropoli del Paese, rendendole moderne e
aperte al futuro. “Negli ultimi anni Napoli non è stata toccata
dai processi pubblico-privati di 'rigenerazione urbana' che hanno
invece profondamente trasformato altre città”,
si legge nel volume. La sfida per il domani è fare di necessità
virtù, trasformando il passivo in attivo. Chissà allora che questa
“metamorfosi sospesa”
non possa diventare la grande fortuna di questa città.
[Immagine in apertura: Unità di
abitazione Le Vele, Scampia, architetto Franz Di Salvo, 1962 75.
Photo © Giovanna Silva]