In Francia c’è un nuovo museo dedicato all’egittologia
ARTE
Il nuovo Musée Champollion alle porte di Grenoble rende omaggio ai fratelli Jean-François e Jacques-Joseph e alla nascita dell'affasciante disciplina. In mostra oltre 200 oggetti personali e cimeli di famiglia, oltre ai prestiti dal Louvre e da altre istituzioni francesi.
“I fratelli Champollion, alle origini dell’egittologia. Un connubio tra scienza e Oriente”. È, in estrema sintesi, il concept del nuovo museo inaugurato a Vif, nella campagna francese a sud di Grenoble, all’interno della casa di famiglia dove il celebre archeologo Jean-François Champollion e il fratello maggiore Jacques-Joseph Champollion-Figeac trascorsero molto tempo all’inizio dell’Ottocento consolidando il loro legame.
Acquisita dal Dipartimento dell’Isère nel 2001 e tutelata come monumento storico, la dimora di Vif è stata al centro di un ambizioso progetto di ristrutturazione che ha consentito di integrare tutte le funzioni di un museo moderno nei volumi esistenti.
CHAMPOLLION E LA NASCITA DELL’EGITTOLOGIA
Jean-François Champollion è considerato il padre dell’egittologia moderna. Poliglotta e interessato alle lingue dell’antichità fin dalla prima giovinezza, nel 1822 riuscì a dare voce a una civiltà fino a quel momento silenziosa decifrando per la prima volta i geroglifici. A lui si deve, in particolare, l’intuizione che la scrittura egizia contenesse segni fonetici oltre che ideogrammi.
All’interno della villa, perfettamente conservata con gli arredi d’epoca dagli eredi di Jacques-Joseph Champollion-Figeac, che continuò a vivere qui anche dopo la morte prematura del fratello, è possibile ammirare i ritratti, i libri e una serie di testimonianze della vita quotidiana della famiglia. Al primo piano, in quella che fu la camera da letto di Jean-François, sono esposti numerosi oggetti a lui appartenuti, tra i quali lo scrittoio al quale sedeva per lunghe ore a lavorare e l’abito tradizionale egiziano che indossò durante la spedizione scientifica lungo il Nilo del 1828-29. Per l’inaugurazione dello scorso 5 giugno sono arrivati anche oltre 150 reperti provenienti dai maggiori musei francesi: il Louvre, in particolare, dove Champollion fu il primo curatore del Dipartimento delle Antichità egizie, ha concesso in prestito 82 opere.
[Immagine in apertura: Le Houx, Ramsès II sur son char, lithographie, début du XIXe, 2006.0.22. © Département de l’Isère / Musée Champollion]