Da poco inaugurata all’Istituto Italiano di Cultura di New York, la nuova opera site specific dell'urban artist Ozmo celebra le storie di immigrazione italiana negli Stati Uniti, invitando a riflettere sul ruolo dei fenomeni migratori nel mondo globalizzato.

Ozmo, al secolo Gionata Gesi, sbarca oltreoceano e approda all’Istituto Italiano di Cultura di New York. L'artista toscano di fama internazionale è stato infatti chiamato dall’istituzione per realizzare un'opera site specific sulla parete della scala del palazzo (costruito nel 1916 dagli architetti Delano & Aldrich), che prende forma attorno a un’ampia finestra. Il murale si intitola Transatlantica, e rende omaggio alla storia italiana e a quella americana, celebrandone l’incontro. L’opera è il “preludio” di una mostra personale di Ozmo, che si terrà a gennaio 2024.L'OPERA DI OZMO A NEW YORK La grande finestra – che rappresenta letteralmente un “affaccio” dal territorio consolare italiano su quello statunitense – è l’elemento architettonico protagonista dell’opera. Sulla sua sommità spunta la testa della Columbia, la Statua della Libertà (e incarnazione femminile di Cristoforo Colombo). Il ritratto dell'esploratore si ritrova invece in basso, simbolicamente posto all’altezza del primo gradino della scala. Al suo fianco, la scritta “kick me” (“prendimi a calci”) viene accolta dai visitatori come un invito a interagire con l'opera. Ai lati della finestra, una serie di elementi della storia culturale dei due Paesi vengono ironizzati dall’artista: gli eroi anarchici Sacco e Vanzetti, la scatoletta di maccheroni di Chef Boyardee, il logo de Il Padrino reinterpretato con The Good Food, gli assi delle carte napoletane e persino Amerigo Vespucci su una Vespa scooter. In basso, un'imbarcazione stracolma di uomini e donne esulta nell’avvistare Ellis Island. L'OMAGGIO ALL'IMMIGRAZIONE ITALIANA  I simboli raccolti da Ozmo raccontano una storia collettiva e identitaria di immigrazione, ma invitano anche all'analisi della narrazione storica intorno alla scoperta del Nuovo Mondo. Non a caso, l’opera vuole rispondere con ironia e provocazione alle critiche recenti su Cristoforo Colombo, senza suggerire o imporre risposte, ma stimolando il dibattito e offrendo una lettura aperta dell'opera. "È un privilegio essere stato scelto dall'Istituto Italiano di Cultura per realizzare questa opera a New York, una città che simboleggia sia le opportunità sia le sfide del dialogo interculturale. Questo progetto è un omaggio alla creatività italiana e una riflessione critica sul ruolo dell'immigrazione nel mondo globalizzato”, ha dichiarato l’artista. ‌[Immagine in apertura: credit Ozmo]
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