Oscar Micheaux, il supereroe del cinema americano

Considerato il vero pioniere dell’industria cinematografica afroamericana, Oscar Micheaux venne rapidamente dimenticato nel momento in cui morì, nel 1951. La sua notorietà iniziò a riemergere solo alla fine degli anni Ottanta. Oscar Micheaux ha scritto, diretto e prodotto più di 44 film e firmato 6 romanzi. Il quinto di tredici figli, Micheaux ha lavorato come lustrascarpe e facchino prima di affermarsi nel mondo del cinema, contrastando la società razzista e segregazionista del suo tempo: è stato il primo a offrire una visione differente della società americana e della condizione in cui avrebbero meritato di vivere milioni di donne e uomini vittime della più cupa e feroce discriminazione razziale. Come già aveva saputo raccontare nei suoi romanzi autobiografici, Micheaux ha utilizzato il cinema e le sale degli Stati Uniti per diffondere il proprio messaggio. Micheaux ha prodotto prima film muti e poi sonori, prendendo parte alla grande transizione dell’industria cinematografica. Il suo importante contributo è ricordato da una stella sulla Hollywood Walk of Fame. Il documentario Oscar Micheaux. Il supereroe del cinema americano, diretto da Francesco Zippel, in onda su Sky Arte domenica 15 gennaio, ricostruisce l’epopea straordinaria di un uomo di cui si conservano appena quattro fotografie e una decina degli oltre quaranta film girati, ma di cui è arrivato il momento di riscoprire l’unicità. Il film si avventura nei luoghi della sua vita, dall’Illinois rurale all’effervescente Chicago d’inizio Novecento, dalle pianure del South Dakota alla Harlem del jazz. A dar voce alle incredibili sfide di Micheaux sono studiosi ed eredi del suo cinema come John Singleton e Kevin Willmott, icone della cultura e della musica popolare afroamericana come Chuck D, leggendario cantante dei Public Enemy, e grandi nomi del cinema, tra i quali Morgan Freeman e Amma Asante. Infine, per rendere omaggio a Oscar Micheaux e alla sua eredità culturale, il suo film Murder in Harlem è stato restaurato per la prima volta in collaborazione con la Cineteca di Bologna e la George Eastman House di Rochester.