Rende omaggio all’inconfondibile pittura di Oskar Kokoschka la mostra al Museo Guggenheim di Bilbao: un viaggio alla scoperta di uno dei più grandi artisti del secolo scorso.

Il Guggenheim di Bilbao, dopo aver vissuto un 2022 da protagonista grazie alle celebrazioni in occasione del primo quarto di secolo di vita dell'istituzione, ha in serbo anche per quest'anno numerosi appuntamenti imperdibili per gli appassionati di arte. Uno dei più apprezzati sarà senza dubbio l'esposizione Oskar Kokoschka. Un ribelle di Vienna, a cura di Dieter Buchhart, Anna Karina Hofbauer, Fabrice Hergott e Fanny Schulmann, che sarà visitabile dal 17 marzo al 3 settembre. L'esposizione nella città basca è destinata a ripetere il successo riscosso in precedenza presso il Musée d'Art Moderne di Parigi. OSKAR KOKOSCHKA A BILBAO La vita di Oskar Kokoschka fu lunghissima e densa di esperienze e viaggi. Le sue prime opere sono frutto dell'estetica della Vienna di inizio Novecento: qui entrò in contatto con lo stile decorativo di Gustav Klimt. L'artista però si stancò presto dei virtuosismi grafici dell'Art Nouveau viennese e decise di adottare un linguaggio più sperimentale, basato su forme dinamiche e sulla costruzione delle figure a partire da giustapposizioni cromatiche. La sua impetuosa pittura influenzò in maniera determinante numerosi altri artisti come Egon Schiele, che trovò in lui un maestro a cui ispirarsi. La sua caratteristica pennellata obliqua e sfrangiata non consentiva la restituzione precisa dei dettagli, ma piuttosto una loro resa espressionistica: questo fatto era difficile da accettare negli ambienti accademici dell'Austria dell'epoca. Nacque così il mito di Kokoschka come artista “ribelle”. KOKOSCHKA E GLI ORRORI DELLA STORIA Kokoschka partecipa alla Prima Guerra Mondiale, ma viene ferito gravemente quasi subito: coglie l'occasione e nel 1916 si trasferisce a Dresda, dove realizza opere come Dresden, Neustadt V del 1921, presente nella mostra di Bilbao. L’artista in seguito conosce il gallerista Paul Cassirer: grazie a lui ha l’opportunità di viaggiare e scoprire nuovi paesaggi che non tarderà a riversare nelle colorate tele risalenti a questo periodo. Nel 1934, a seguito del deterioramento della situazione politica in Germania, Kokoschka decide di trasferirsi a Praga. Poco tempo dopo però tutta Europa è ormai una polveriera pronta a esplodere: dopo l'Anschluss dell'Austria con la Germania nazionalsocialista l'artista decide di trasferirsi nel Regno Unito. In patria la sua viene definita “arte degenerata”: lo stesso artista ha modo di ironizzare sulla sua condizione dipingendo nel 1937 Autoritratto di un artista degenerato. L'idea di Europa unita e in pace diventa un ideale fondamentale per Kokoschka nel Dopoguerra, quando ritrova una sua personalissima vena creativa una volta trasferitosi in Svizzera insieme alla moglie Olda. KOKOSCHKA AL GUGGENHEIM DI BILBAO La mostra al Guggenheim di Bilbao riunisce dipinti risalenti a ogni fase della vita dell'artista: si va dagli esordi con il ritratto del compositore Herwarth Walden del 1910 ai paesaggi bucolici di Paesaggio dolomitico delle Tre Croci del 1913, dall'autobiografico Il pittore II (Il pittore e il suo modello II) fino alla pittura quasi fauve di Tigone del 1926. L'opera più intensa è forse l'amara Anschluss. Alice nel Paese delle Meraviglie del 1942. Nel Dopoguerra l'artista ritrova i colori e la gioia di dipingere con opere come Teseo e Antiope (Il ratto di Antiope) e Time, Gentlemen Please.[Immagine in apertura: Oskar Kokoschka, Tartarughe giganti ( Riesenschildkröten), 1927. Olio su tela, 90,4 x 118,1 cm. Kunstmuseum Den Haag, L’Aia, Paesi Bassi © Fondation Oskar Kokoschka, 2023, VEGAP, Bilbao]
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