Una conversazione immaginaria sta per prendere forma al National Museum di Oslo: a essere poste in dialogo sono le opere di Louise Bourgeois e quelle di una cinquantina di colleghi, da Picasso a Nan Goldin. A riprova delle connessioni fra la celebre artista e il panorama creativo in cui era immersa.

Edvard Munch, Pablo Picasso, Alberto Giacometti, Arshile Gorky, Louise Nevelson, Nan Goldin, Rosemarie Trockel. Sono solo alcuni degli artisti "chiamati" a dialogare con le opere di una delle protagoniste indiscusse del Novecento, alla quale è dedicata la mostra Louise Bourgeois. Imaginary Conversations, allestita presso il National Museum of Norway di Oslo dal 6 maggio al 6 agosto 2023.LOUISE BOURGEOIS E IL SUO TEMPO Come chiarito dal titolo, l'ambizioso proposito della rassegna è innescare una serie di conversazioni immaginarie tra la poetica di Louise Bourgeois e quella di altri grandi nomi della scena artistica passata e recente, fornendo così una chiave di lettura alternativa del ruolo giocato dall'autrice francese nel contesto creativo del secolo scorso. Ritenuta dai più una sorta di outsider, Bourgeois fu in realtà molto attenta alle dinamiche sociali e artistiche del proprio tempo, come testimoniato dalla riflessione sul corpo, sulle istanze femministe e sul gender che emerge da molti dei suoi interventi, divenuti autentici punti di riferimento per i suoi coetanei e per le generazioni successive. L'obiettivo della mostra in arrivo a Oslo è proprio quello di esplicitare tali connessioni, affiancando alle opere realizzate da Bourgeois nell'arco della sua carriera, dai dipinti e dalle stampe degli anni Quaranta alle famose "cell" ideate durante gli anni della maturità, quelle di una cinquantina di artisti. A delinearsi è quindi una narrazione che attraversa i decenni e gli stili, mettendo in luce i rimandi trasversali individuabili nelle opere di Bourgeois, descritta dalla mostra norvegese come una personalità fortemente radicata nel proprio contesto.LA MOSTRA SU LOUISE BOURGEOIS A OSLO L'esposizione al National Museum, curata da Andrea Kroksnes e Briony Fer, è la prima ad adottare questo punto di vista rispetto alla figura di Bourgeois, calandola nel vivo della sua epoca e ponendo in rilievo il suo interesse nei confronti di quanto accadeva intorno a lei. Alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso Bourgeois era solita ospitare settimanalmente nella propria dimora conversazioni con giovani artisti durante i cosiddetti "Sunday Salons": in occasione della mostra il museo di Oslo ricostruirà il salon di Bourgeois, dove il pubblico potrà accedere a preziose registrazioni video di questi incontri.[Immagine in apertura: Louise Bourgeois at the entrance to her sculpture Precious Liquids (Coll: Centre Pompidou) in 1992 (detail). Art: © The Easton Foundation / Licensed by BONO, NO, Photo: © Sebastian Piras]
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