Vincitore di un concorso a inviti bandito dal comune di Almere e dalla provincia del Flevoland, nei Paesi Bassi, Studio Ossidiana ha progettato un padiglione d'arte recentemente inaugurato. A formarlo sono tre distinti elementi, unificati dalla forma circolare e dalla peculiare relazione con l'acqua.

Città di recente fondazione, Almere si trova nel Flevoland, la dodicesima e ultima provincia istituita in ordine di tempo nei Paesi Bassi. Si tratta di un'area del Paese dalla storia particolare, risultato della più grande "opera di bonifica" del mondo: la zone attualmente abitate, infatti, erano originariamente occupate dal mare interno Zuiderzee, trasformato in terreno agricolo nel secolo scorso a seguito di un'inondazione. Un precedente storico da tenere in considerazione analizzando il progetto ultimato, proprio ad Almere, da Studio Ossidiana.IL PADIGLIONE DI STUDIO OSSIDIANA NEI PAESI BASSI Con sede a Rotterdam e fondato nel 2015 dagli architetti Alessandra Covini e Giovanni Bellotti, Studio Ossidiana è risultato vincitore del concorso a inviti promosso dalla municipalità di Almere e da altri enti locali con l'obiettivo di sviluppare un versatile spazio per la fruizione artistica. Inaugurato contestualmente all'ultima edizione della fiera dell'orticoltura Floriade, Three Floating Rooms / Art Pavilion M. ‒ questa la sua denominazione ‒ è stato concepito come una sequenza di tre anelli tangenziali, tutti collocati in acqua. Ciascuno di essi assolve a una specifica funzione, in risposta alle esigenze espresse dalla committenza. Direttamente collegato con la terraferma è il cosiddetto Port (porto), una passerella circolare che agisce sia come elemento di connessione con le altre due porzioni della struttura, sia come "estensione" dello spazio pubblico cittadino, proponendo una passeggiata sull'acqua. Con la propria circonferenza, il porto racchiude e perimetra una vera e propria "piazza d'acqua", impiegabile anche per scopi espositivi o performativi.MOSTRARE L'ARTE CONTEMPORANEA A PELO DELL'ACQUA Potenzialmente utilizzabile anche come "isola autonoma" e capace di accogliere una programmazione indipendente è lo Stage (palcoscenico), ovvero l'affaccio esterno della nuova struttura, anch'esso circolare. Si tratta di una piattaforma priva di copertura, in grado di diventare all'occorrenza un palcoscenico sull'acqua, un luogo per spettacoli o concerti o per mostre en plein air. Observatory (osservatorio), infine, è il terzo e ultimo "cerchio" dell'Art Pavilion M., nonché l'unico dotato di una dimensione interna. Realizzato in legno leggero e policarbonato, è completamente avvolto da una tenda che, attraverso finestre di varie forme, lascia filtrare la luce nei suoi spazi espositivi. In occasione dell'apertura, nel padiglione sono stati presentati i lavori e le installazioni di cinque autori contemporanei. [Immagine in apertura: Studio Ossidiana, Art Pavilion M. Photo Riccardo de Vecchi]
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