Il visual artist israeliano Rafael Y. Herman si appresta a inaugurare la sua nuova esposizione in Sicilia. Negli spazi del seicentesco Palazzo Sant'Elia, a Palermo, in mostra le sue fotografie oniriche e visionarie. Un progetto che vuole creare consapevolezza sul tema dell'inquinamento luminoso.

È un dialogo poetico e impalpabile quello innescato da Rafael Y. Herman con i luoghi della Sicilia. Un dialogo fatto di immagini evocative ed eteree, che dipingono un mondo e una natura in cerca di buio. Tema della mostra ESSE, in apertura il prossimo 22 aprile presso il Palazzo Sant'Elia di Palermo, è infatti l'inquinamento luminoso a cui sempre più luoghi del nostro Pianeta sono soggetti: luoghi nei quali il cielo notturno appare disturbato dalla luce artificiale emanata dalle attività umane, che limitano il nostro rapporto con l'oscurità e con le stelle della volta celeste. Si calcola infatti che l'83% delle persone nel mondo vive sotto cieli inquinati dalla luce, e che 1/3 non vedrà mai la Via Lattea. LA MOSTRA DI RAFAEL Y. HERMAN A PALERMO Sulla base di questi dati, e in seguito alle considerazioni sociologiche e poetiche che ne conseguono, la rassegna presenta un ricco corpo di opere, parte delle quali appositamente realizzate per il progetto. Protagoniste dell'allestimento, che sarà ospitato al piano nobile del palazzo seicentesco fino al 22 giugno, sono fotografie che nascono per sottrazione. Si tratta infatti di immagini che "parlano" nonostante il "silenzio" che le caratterizza: paesaggi di mare e di montagna, luoghi remoti e incontaminati, catturati dall'artista in tutta la loro essenza sospesa. Non panorami, dunque, ma visioni oniriche, nelle quali la natura ci ricorda la sua bellezza e la sua fragilità minacciata dall'uomo. E se l'aspetto artistico e catartico è centrale nella mostra, non meno importante è quello educativo insito nel progetto. Anticipato da una call mirata al coinvolgimento del pubblico, ESSE (che nella sua veste grafica richiama una grande “S” rovesciata in orizzontale, ricordando l'idea di una Sicilia altra, immaginata e infinita) sarà accompagnata nel corso dei mesi da un denso public program a più voci, destinato proprio a riflettere sui temi dell'ambiente grazie al coinvolgimento di figure di spicco della scienza e della cultura. Il desiderio dell'esposizione è dunque creare consapevolezza sul tema dell'inquinamento luminoso, utilizzando l'arte come strumento per fare luce, in questo caso sì, sulle problematiche del nostro tempo. INTERVISTA A RAFAEL Y. HERMAN A differenza di quanto accaduto in passato, dove avevi rivolto la tua attenzione ad ambienti “anonimi” dal punto di vista geografico e temporale, le opere in mostra a Palermo sono legate a un luogo individuabile e definito. Com'è stato il confronto con questo aspetto? La mostra ESSE a Palermo è un mix di opere già esposte in altri musei e opere inedite, parte delle quali create appositamente per il progetto in Sicilia. Normalmente il mio lavoro non presenta relazioni evidenti con i luoghi. In ESSE è la prima volta che ciò accade. È una sensazione nuova, anche se preferisco che i luoghi restino anonimi: quelli delle mie opere non sono luoghi che esistono, ma sono luoghi nati da un'emozione. Dargli un nome ne riduce la magia, ma capisco che spesso per il pubblico vedere un luogo familiare è un modo per conoscere anche qualcosa di se stesso. Il simbolo della mostra è una “S” orizzontale: un elemento che richiama al valore dell'infinito, ma anche all'idea di una Sicilia altra rispetto a quella conosciuta. Mi piace mettere in discussione il rapporto tra ciò che è reale, e ciò che non lo è. Nello specifico, come puoi descrivere il tuo rapporto con la Sicilia, e cosa hai imparato di nuovo da questi luoghi in relazione alla tua pratica? La Sicilia ha una lunga storia di artisti che qui hanno trascorso il loro tempo, lasciandosi ispirare. Il mio rapporto con la Sicilia è speciale, lo coltiverò durante la mostra e dopo. È la prima volta che lavoro su un'isola. Ogni mostra è dedicata a un argomento diverso. Quella di Palermo è dedicata all'“inquinamento luminoso”, una grande sfida ambientale del nostro tempo. L'ho scoperto attraverso la mia pratica qualche tempo fa, poiché uno degli elementi di base che cerco per creare il mio lavoro è il buio naturale, non disturbato dall'illuminazione artificiale che proviene dalle città di notte. Ho scoperto che in Sicilia, pur essendo un'isola, l'inquinamento luminoso è presente come nella maggior parte dei luoghi abitati del mondo. È stato molto difficile trovare l'oscurità naturale, sorprendentemente anche nelle isole circostanti. È un problema crescente, c'è bisogno di un cambiamento radicale. I TEMI DEL PROGETTO Il pubblico è parte attiva del progetto, destinatario sia della call lanciata prima dell'apertura della mostra che del public program che accompagnerà la rassegna. Quali sono le intenzioni sociali e “pedagogiche” alla base del progetto? Abbiamo bisogno di un cambiamento. Il Pianeta corre un rischio crescente e dobbiamo fermarci. L'arte ha un ruolo importante in questo. Personalmente penso che l'arte oggi debba avere un forte impatto sociale. Spero che molti visitatori sotto i venti anni vengano a visitare la mostra. La call era un modo per dare al pubblico la possibilità di partecipare al processo creativo, ma anche per metterlo alla prova, invitandolo a trovare un luogo non inquinato.  Nel programma pubblico ho scelto di invitare molti professionisti internazionali, figure eminenti della scienza, dell'arte, della musica, del design e dell'architettura, chiedendogli di esprimere la loro conoscenza sul tema dell'inquinamento luminoso legandola al mio lavoro. Consiglio vivamente di seguire ogni singolo appuntamento, online e nello spazio espositivo. Il programma completo può essere visionato sul sito web del museo e sui suoi social network. Dopo la tappa di Palermo il progetto si sposterà a New York, Stoccolma e New Delhi. Ci saranno cambiamenti sostanziali per quanto riguarda le tematiche e le opere esposte? Ogni mostra è diversa; ESSE è stata realizzata per Palermo. Anche se le prossime esposizioni saranno differenti, il tema dell'inquinamento luminoso continuerà a ricevere attenzione, poiché è sempre stato un pilastro della mia pratica. Le città del mondo stanno creando un enorme inquinamento luminoso e l'argomento è urgente. C'è ancora molta strada da fare, e dobbiamo lavorare il più possibile per avvicinarci al cambiamento. Il cambiamento che desidero apportare nel pubblico è contiguo al cambiamento che avrà la mostra ESSE durante i suoi due mesi. Continuerò ad aggiungere nuove opere d'arte al percorso espositivo, così il pubblico tornerà a vedere il progetto più di una volta. Spero di spingere le persone a guardare il cielo di notte in modo diverso. [Immagine in apertura: © Rafael Y. Herman]
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