Piero Manzoni "torna" nella sua città natale a 60 anni dalla morte

Brillante, geniale e provocatorio, Piero Manzoni è l’artista concettuale italiano che più di tutti ha sconvolto l’idea stessa di arte contemporanea e di autorialità, con opere come Merda d’artista e Fiato d’artista. Manzoni ci lascia all’età di 29 anni, esattamente sessant’anni fa, nel 1963, ma in quei pochi e nevralgici decenni di attività mette in atto una rivoluzione di cui ancora raccogliamo i frutti. A novant’anni anni dalla nascita, la sua città natale, Soncino (in provincia di Cremona), gli dedica una grande mostra al Museo della Stampa, organizzata in collaborazione con la Fondazione Piero Manzoni di Milano. Visitabile dal 25 giugno al 1° ottobre 2023, Relazioni (im)possibili. Il fil rouge da Piero Manzoni a oggi mette in risalto l’influenza dell’artista sulle nuove generazioni. LA MOSTRA DI PIERO MANZONI A SONCINO L’esposizione, curata da Demis Martinelli e Rosalia Pasqualino di Marineo, evidenzia brillantemente l’eredità dell’artista attraverso la messa in relazione delle sue opere con quelle di sedici artisti delle generazioni successive: Sergio Breviario, Dario Buccino, Gianni Caravaggio, Nicolò Cecchella, Barbara Colombo, Massimo De Caria, Carlo Dell’Acqua, Paola Di Bello, Andrea Francolino, Carlo e Fabio Ingrassia, Giovanni Morbin, Liliana Moro, Cesare Pietroiusti, David Reimondo, Fabio Roncato e Skygolpe. Autori che non sempre attingono in modo esplicito dal lavoro di Manzoni, ma per i quali i percorsi concettuali, le iconografie astratte e le monocromie dell’artista sono in qualche modo interiorizzati, ingeriti e metabolizzati in modo naturale. La mostra ripercorre scrupolosamente proprio questa “linea di sangue” manzoniana, talvolta latente, altre volte più manifesta. [Immagine in apertura: Piero Manzoni, Piero Manzoni con le Uova, Herning © HEART, Herning Museum of Contemporary Art / Foto Ole Bagger]