Scritto dalla giornalista Patrizia Piccinini e arricchito da oltre 150 fotografie di Lorenzo Pennati, "Piero Portaluppi, tra tradizione e avanguardia" è il prezioso volume che Rizzoli illustrati dedica a un maestro dell'architettura italiana del Novecento e al suo sofisticato linguaggio.

Non è difficile comprendere le ragioni che hanno spinto Luca Guadagnino e Ridley Scott a scegliere Villa Necchi Campiglio, a Milano, come set per due loro film. Prendendo in prestito le parole della giornalista Patrizia Piccinini, tratte dal capitolo introduttivo del libro Piero Portaluppi, tra tradizione e avanguardia, questa residenza, al pari delle altre case firmate dall'architetto milanese, possiede infatti "un fascino sottile e unico, che mette in moto la fantasia". E, verrebbe da aggiungere, non solo quella dei registi. A caratterizzare l'opera di questo riconosciuto maestro dell'architettura italiana del primo Novecento è proprio la peculiare capacità di stimolare l'immaginazione, in un costante dialogo fra le epoche. Un'attitudine da cogliere attraverso l'esperienza di visita diretta del patrimonio architettonico lasciatoci in eredità e nelle pagine del volume appena pubblicato da Rizzoli illustrati, che associa i testi curati da Piccinini con oltre 150 straordinarie fotografie di Lorenzo Pennati.L'ARCHITETTURA DI PORTALUPPI IN UN NUOVO LIBRO Al centro di un percorso di riscoperta avviato già da qualche anno, Portaluppi si formò al Politecnico di Milano, laureandosi ad appena ventidue anni. Scomparso nel 1967, ha affiancato l'esercizio della professione con l'attività di docenza, ricoprendo l'incarico di preside della facoltà di architettura. Viscerale fu il suo legame con il capoluogo lombardo, come documenta anche il libro, riservando il primo dei tre filoni tematici alla scoperta della "Milano di Portaluppi". Immancabile, fra le tappe previste, quella al Diurno Venezia. Lo sguardo sulla città arriva fino ai giorni nostri, grazie alla ricostruzione della vicenda edificatoria dell'Arengario. Adiacente al Duomo di Milano e sede del Museo del Novecento, l'edificio firmato da Portaluppi, Griffini, Magistretti e Muzio è balzato agli onori della cronaca negli ultimi mesi, in occasione del concorso di progettazione Novecentopiùcento.NON SOLO VILLA NECCHI CAMPIGLIO  Allo spazio dell'abitare è riservato il secondo focus di Piero Portaluppi, tra tradizione e avanguardia. Il risultato è un'immersione nei raffinati ambienti domestici disegnati dall'architetto, resa ancora più coinvolgente dall'impiego di fotografie a tutta pagina. Alla descrizione della già citata Villa Necchi Campiglio si affiancano le storie delle altre residenze portaluppiane. Fra queste, Casa Corbellini-Wassermann, delle quali vengono mostrati anche ricercatissimi dettagli, decorazioni e finiture lignee e marmoree. Il ritratto di questo progettista, impossibile da definire in maniera univoca, è completato dalle opere di matrice industriale, nelle quali Portaluppi dimostra di saper rispondere a precisi requisiti tecnici senza rinunciare alla propria estetica. Capace, ieri come oggi, di ispirare e far sognare a occhi aperti. [Immagine in apertura: Un'immagine da Piero Portaluppi, tra tradizione e avanguardia (Rizzoli illustrati). Veduta d'insieme della Centrale di Verampio con il giardino, 1912-1917. Crediti fotografici Lorenzo Pennati. Courtesy l'editore]
PUBBLICITÀ