Piatti, vasi, anfore, oggetti d'uso in vetro e terracotta, fra cui un raro e prezioso bruciaprofumi decorato, sono riemersi, insieme agli arredi, dalla domus del "larario" di Pompei, oggetto di un secondo ciclo di scavo e di restauro dopo quello che ha avuto luogo nel 2018.

Quando si pensa al sito archeologico di Pompei, fra le prime immagini ad affiorare alla mente ci sono quelle delle raffinate decorazioni parietali delle domus appartenute alla famiglie più agiate dalle città sommersa dalla devastante esplosione del Vesuvio, nel 79 d.C. Forse meno note, ma altrettanto rilevanti dal punto di vista storico e sociale, sono le abitazioni delle classi inferiori: la loro analisi, infatti, rende più completa la conoscenza dell'antica civiltà romana. A sanare questa "carenza" è il recente rinvenimento degli arredi della domus del "larario": collocata nella Regio V, un quartiere nell'area nord del sito archeologico, e interessata dalla campagna di scavi già nel 2018, questa dimora con cinque stanze, più bagno e cucina, offre infatti un'esaustiva istantanea della quotidianità, delle ambizioni e delle reali possibilità del ceto medio pompeiano.LA SCOPERTA DEGLI ARREDI DELLA DOMUS DEL “LARARIO”  “Nell’impero romano c’era un’ampia fetta della popolazione che lottava per il proprio status sociale e per cui il ‘pane quotidiano’ era tutt’altro che scontato. Un ceto vulnerabile durante crisi politiche e carestie, ma anche ambizioso di salire sulla scala sociale", ha dichiarato il direttore del Parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel, fornendo indicazioni più precise sull'entità della scoperta. Nel dettagliare l'entità del ritrovamento, ha quindi aggiunto che "nella casa del Larario a Pompei, si riuscì a far adornare il cortile con il larario e con la vasca per la cisterna con pitture eccezionali, ma evidentemente i mezzi non bastavano per decorare le cinque stanze della casa, una delle quali fungeva da deposito". Di conseguenze, nei due livelli della abitazione è stato messo in evidenza un interessante mix di oggetti, alcuni dei quali anche di un certo pregio. Nel piano inferiore, in particolare, è stato possibile recuperare l’intero arredo. Tante le curiosità emerse: da un baule che conservava un piattino in sigillata e una lucerna a doppio beccuccio, con bassorilievo raffigurante la trasformazione di Zeus in aquila, a un armadio ligneo con almeno quattro ante e cinque ripiani, con all'interno brocchette, anforette e piatti in vetro. Presente anche un tavolino circolare, a tre piedi, sul cui piano era ancora collocata una coppa in ceramica con due ampolline in vetro, un piattino in sigillata e un altro piattino in vetro.COME SI VIVEVA NELLA CASA DEL CETO MEDIO DI POMPEI "Nelle altre stanze, due al piano superiore e raggiungibili tramite un soppalco, abbiamo trovato un misto di oggetti, alcuni di materiali preziosi come il bronzo e il vetro, altri di uso quotidiano", ha inoltre precisato il direttore Zuchtriegel. "I mobili di legno di cui è stato possibile eseguire dei calchi sono di estrema semplicità. Non conosciamo gli abitanti della casa ma sicuramente la cultura dell’ozio a cui si ispira la meravigliosa decorazione del cortile per loro era più un futuro che sognavano che una realtà vissuta". Da segnalare, fra gli altri ritrovamenti significativi, quello di un bruciaprofumi a forma di culla in ottimo stato conservativo: ancora leggibile la sua decorazione pittorica policroma, con dettagli di labbra, barba e capigliatura di un soggetto maschile e decorazione geometrica sull'esterno. Mobili, oggetti d'uso e decori che raccontano le abitudini e i gesti di una quotidianità bruscamente interrotta e ancora in larga parte da riscoprire. [Immagine in apertura: Per gentile concessione del Parco Archeologico di Pompei]
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