A Roma un progetto coinvolge le nuove tecnologie per “trasportare” il Vittoriale degli Italiani al MAXXI: un’idea che apre a nuove possibilità di fruizione della cultura su scala globale, tra mondo fisico e digitale.

Nell’ambito dell’ottimizzazione della fruizione museale, le nuove tecnologie svolgono ormai un ruolo imprescindibile: si tratta di uno strumento che, negli anni, si è rivelato sempre più fondamentale per rendere accessibile il patrimonio artistico e culturale, anche a un pubblico globale. Nel solco di questa evoluzione, il MAXXI di Roma occupa un posto di prima linea grazie al progetto di ricerca Connessioni Culturali (vincitore del bando Tecnologie 5G. Progetti di sperimentazione e ricerca indetto dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy), che permette di visitare "a distanza" alcuni ambienti del Vittoriale degli Italiani: la piazzetta Dalmata, la Stanza del Lebbroso e la Stanza delle Reliquie.IL PROGETTO VIRTUALE CHE “TRASPORTA” IL VITTORIALE AL MAXXIQuesta “visita virtuale” – un’esperienza che possiamo definire “phygital”, ovvero sospesa tra il mondo fisico e quello digitale – avviene grazie all’impiego di tecnologie avanzate come blockchain, intelligenza artificiale, Internet of Things (IoT) ed edge computing. Il Vittoriale diventa così liberamente accessibile dagli spazi del museo romano: un passo che apre le porte a una fruizione innovativa, libera dai vincoli spaziali e temporali, e che potrebbe rivoluzionare le modalità di accesso ai monumenti e agli altri beni culturali del territorio.UNA NUOVA MODALITÀ DI FRUIZIONE DIGITALE DELLA CULTURA?Ciò che suggerisce il progetto del MAXXI è che, in futuro, sarà quindi possibile visitare virtualmente ogni bene culturale, superando i confini geografici, approdando a una globalizzazione totale della cultura. E non attraverso un’esperienza esclusivamente virtuale, che rischia di limitare l’efficacia della fruizione, ma mediante la “fusione” di elementi fisici e digitali relativi a sedi differenti in un unico ambiente, permettendo interazioni in tempo reale tra i visitatori di più musei. Il risultato è la realizzazione di due o più “gemelli digitali”, accessibili attraverso l’utilizzo di visori di realtà virtuale e aumentata.[Immagine in apertura: MAXXI, Roma. Photo Cinzia Capparelli]
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