Grandi Maestri

Giovedì 15 dicembre – dalle ore 21:15

Tutti i protagonisti della più recente stagione della serie Grandi Maestri tornano alla ribalta su Sky Arte giovedì 15 dicembre per una lunghissima serata all’insegna della pittura che ha fatto epoca. Si comincia con Giotto da Bondone, meglio noto come Giotto, uno dei più talentuosi artisti di sempre. Le sue grandiose intuizioni, come l’introduzione della prospettiva tra i suoi contemporanei, ne fecero un vero innovatore della pittura italiana. A raccontare le sue opere sono gli storici dell’arte Gaia Ravalli e Andrea De Marchi, che passeranno in rassegna i capolavori giotteschi nella Basilica Superiore di San Francesco (Assisi), nella Cappella degli Scrovegni a Padova e nella Cappella Bardi della Basilica di Santa Croce (Firenze). Guercino realizzò le sue opere con grandissima disinvoltura, decisione e fluidità, dando forma ad atmosfere fortemente evocative. Daniele Benati, professore ordinario presso l'università di Bologna, e Barbara Ghelfi, dottoressa in storia dell’arte, descrivono le gesta di uno dei maggiori artisti del Seicento partendo dalle sue origini come autodidatta, passando per i suoi esordi fulminanti e arrivando all’ultima fase più classicheggiante della sua carriera. A essere raccontati sono, tra i molti capolavori, San Rocco gettato in prigione (1618), dipinto nell’Oratorio di San Rocco a Bologna, La vestizione di San Guglielmo (1620) e la decorazione della cupola nel Duomo di Piacenza. Guido Reni è considerato il pittore più rigoroso e classicista di tutto il Seicento italiano. A raccontarlo, illustrando tra le varie opere l’Aurora, 1612-14 circa, a Palazzo Pallavicini sul Quirinale, l’affresco Gloria di san Domenico, nella Basilica di San Domenico a Bologna, la Strage degli Innocenti, 1611-12, esposta nella Pinacoteca Nazionale di Bologna, sono Daniele Benati e Barbara Ghelfi. Parmigianino invece è una delle personalità più dirompenti del Cinquecento italiano. Anticlassico per definizione, ha anticipato i tempi del Manierismo. Durante la sua attività diventa subito un punto di riferimento per tutti quegli artisti che, nel Cinquecento, cercano nuovi codici. A raccontarlo sono Paolo Cova, docente di storia dell’arte, e Marcella Culatti, storica dell’arte, tra gli affreschi della prima e seconda cappella di sinistra di San Giovanni Evangelista a Parma, gli affreschi a Rocca Sanvitale (Fontanellato) e diversi ritratti e autoritratti dell’artista. Antonello da Messina può essere definito come uno dei più grandi pittori rinascimentali dell’Italia meridionale, perfettamente in equilibrio tra le suggestioni della pittura fiamminga e quelle della scuola italiana. Parlano di lui Paolo Cova e Sara Menato, storica dell’arte, commentando le opere più note, come l’Annunciata esposta alla Galleria regionale di Palazzo Abatellis a Palermo, o il Ritratto d’ignoto marinaio al Museo Mandralisca di Cefalù, ma anche la Madonna Salting (1465-70) e il San Girolamo nello studio (1475) esposti alla National Gallery di Londra. Paolo Uccello fu celebrato fin dalle fonti più antiche come virtuoso della prospettiva, che però fu solo uno dei mezzi con i quali creò la sua rappresentazione del mondo, in bilico tra eccezione e regola, disordine e ordine. Pittore della generazione di Masaccio e di Brunelleschi, Paolo Uccello è considerato il predecessore di uno dei massimi maestri italiani, Piero della Francesca. Ne ripercorrono la carriera Gaia Ravalli e Andrea De Marchi, commentando gli affreschi di Santa Maria Novella e Santa Maria del Fiore a Firenze, la Cappella dell’Assunta nel Duomo di Prato e diverse tavole esposte nei più grandi musei del mondo. Bernardino di Betto, detto il Pinturicchio, è stato un grande protagonista del Rinascimento umbro. Formatosi nel solco dell'arte di Perugino, studiò artisti come Piero della Francesca e il Verrocchio e fu molto affascinato dall'arte antica. Fu soprattutto un grande pittore di affreschi, dotato di fantasia e di un grande gusto decorativo. Paolo Cova e la storica dell’arte Cristina Conti approfondiscono i suoi capolavori realizzati nel Duomo di Siena e nella Cappella Bufalini della Basilica di Santa Maria in Ara Coeli a Roma. Tiziano è il pittore simbolo del Rinascimento veneziano, di cui seppe interpretare al meglio le peculiarità: il colore, la sensibilità per la luce e il paesaggio, nonché una lieta partecipazione spirituale e carnale alla bellezza e alla natura. Per le sue grandi abilità, Tiziano fu conteso da imperatori, papi, principi e cardinali, e morì carico di onori. A mettere in risalto la sua poetica sono Marcella Culatti e Sara Menato, commentando il San Marco in trono nella Basilica di Santa Maria della Salute a Venezia, il Miracolo del marito geloso e il Miracolo del neonato, nella Scuola del Santo a Padova, Amor Sacro e Amor Profano alla Galleria Borghese di Roma, il Ritratto di Francesco Maria della Rovere e la Venere di Urbino presso la Galleria degli Uffizi a Firenze.
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