La pittura di Luca Signorelli

Entra nel vivo la serie Grandi Maestri, dedicata agli artisti che, nell’arco dei secoli, hanno saputo arricchire l’identità pittorica della tradizione italiana, grazie a un talento senza pari e a soluzioni stilistiche diventate un punto di riferimento per intere generazioni. Dopo personalità del calibro di Masaccio, Pontormo, Bellini, Duccio e Correggio, l’episodio in onda su Sky Arte giovedì 25 novembre illumina la carriera di Luca Signorelli, pittore quattrocentesco originario di Cortona e annoverato fra i migliori interpreti della poetica rinascimentale. La definizione più adatta a cogliere l’arte e lo spirito che animava Luca Signorelli è “de ingegno et spirto pelegrino”, usata anche come titolo di una grande mostra in suo onore andata in scena alla Galleria Nazionale dell’Umbria nel 2012. L’aggettivo pellegrino indica il suo carattere eccentrico e ingegnoso dal punto di vista dell’inventiva. Signorelli, infatti, fu un pittore che fece tesoro delle più svariate influenze e dei dettami di diverse scuole pittoriche, cercando uno stile proprio e originale. Uno stile che si nota soprattutto nella pittura dei corpi nudi, preso a esempio anche da Michelangelo per la realizzazione della Cappella Sistina, a cui prese parte lo stesso Signorelli. Tra i capolavori che portano la sua firma spiccano gli affreschi del Chiostro Grande dell'abbazia di Monte Oliveto Maggiore, ad Asciano, e la decorazione della Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto.