Arte e disabilità si incontrano in alcune delle principali istituzioni culturali del Regno Unito. Succede grazie a una nuova mostra diffusa. Un progetto che si ispira al movimento dadaista, e che vede la partecipazione di 31 artisti diversamente abili.

Esistono temi e tabù della nostra società che l'arte, da sempre impegnata a restituire una percezione dell’umanità più ampia e coinvolgente, può aiutarci ad affrontare. La disabilità è certamente tra questi. Argomento spesso tralasciato dal dibattito pubblico e culturale, la disabilità ci riguarda da vicino ed esige attenzione, conoscenza, consapevolezza delle diverse esperienze che contraddistinguono tale condizione. Con la speranza di fare luce sul tema, DASH – associazione britannica da sempre schierata in prima linea per la difesa dei diritti e delle opportunità per gli artisti disabili – ha messo in piedi un nuovo progetto diffuso in gallerie e istituzioni museali del Regno Unito. UN PROGETTO TRA ARTE DISABILITÀ Si intitola WAIWAV – We are Invisible We are Visible, e vede come protagonisti trentuno artisti con problemi di disabilità, invitati a “occupare” alcuni dei luoghi più rilevanti della cultura e dell'arte di Inghilterra e Irlanda del Nord: Baltic Centre for Contemporary Art, Harris Museum and Art Gallery, John Hansard Gallery, Manchester Art Gallery, Newlyn Art Gallery, Tate Britain e Tate Liverpool sono tra questi (la lista comprende in totale trenta spazi, tutti consultabili sul sito dell'iniziativa). OMAGGIO AL DADAISMO La domanda alla base del progetto (inaugurato oggi, 2 luglio) è la seguente: come si presenterebbe il movimento dadaista, e quali tematiche affronterebbe, se fosse iniziato nel pieno della crisi pandemica che stiamo vivendo? Ispirandosi al 102esimo anniversario della prima Dada International Exhibition (la mostra che nel 1920 sancì l'esordio del Dadaismo sulla scena artistica del tempo), gli organizzatori della rassegna hanno chiesto ai tanti partecipanti di prendere tali quesiti come spunti di riflessione, dando vita a opere ironiche, grottesche, provocatorie; insomma, in perfetto stile “dada”. GLI ARTISTI DELLA MOSTRA Ci sono danze teatrali ispirate all'iconico balletto Parade di Erik Satie, Picasso e Jean Cocteau, performance e interventi pensati con l'idea di attualizzare i messaggi che ispirarono la storica corrente artistica, ma soprattutto lavori in grado di stimolare nuove riflessioni sul mondo che stiamo vivendo e sui grandi temi che condizionano il presente. Tra gli artisti partecipanti alla mostra (la prima di questo genere nel Regno Unito rivolta ad artisti non udenti, disabili e neurodivergenti) figurano Kristina Veasey, Chris Tally Evans, Nicola Woodham, Caroline Cardus e Alex Billingham. [Immagine in apertura: Complete Basketcase. Photograph by Kristina Veasey]
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