Appena restaurato e raffigurante un cavaliere in armatura, ritratto su un raffinato fondale fra dettagliatissimi fiori, il più antico arazzo di proprietà del National Trust, l'organizzazione d'oltremanica impegnata nella salvaguardia del patrimonio storico e naturale, porta con sé più enigmi che risposte.

Quando una rara e sofisticata opera d'arte del passato riconquista l'antico splendore, grazie a un complesso restauro, arriva finalmente il tempo di apprezzarla in tutta la sua eccezionalità. E, anche, di rispondere ai quesiti che essa pone a specialisti ed estimatori per il solo fatto di essere giunta fino a noi: domande legate alle tecniche di esecuzione, all'identità delle maestranze che l'hanno realizzata, alle appassionanti vicende che hanno scandito la sua lunga storia.  In linea generale è infatti questo l'iter che accompagna l'annuncio dell'ultimazione degli interventi necessari per la conservazione dei manufatti artistici ereditati dalle precedenti generazioni. Una sorte che tuttavia non sembra riguardare il più antico arazzo di proprietà del National Trust: risalente al XV secolo, dopo un restauro durato quattro anni, torna a essere esposto ‒ fino a novembre ‒ nella sala da pranzo della Montacute House, la dimora elisabettiana eretta per l'avvocato e politico Edward Phelips intorno al 1598, nel Somerset. Dopo quasi 1.300 ore di pulizia e opere di rispristino, necessarie per rafforzare la struttura tessile e recuperare i vividi colori di un tempo, l'arazzo torna così a mostrarsi al pubblico. Portando con sé un carico di affascinanti enigmi.I MISTERI DEL PIÙ ANTICO ARAZZO DEL NATIONAL TRUST Tessuto nella città fiamminga di Tournai circa 550 anni fa, l'arazzo raffigurante un fiero cavaliere in armatura medievale faceva originariamente parte di un set 20 volte più grande. Si ritiene che si tratti dell'unico pezzo sopravvissuto di un'opera tessile che avrebbe dovuto raggiungere i 300 metri quadrati di estensione. O, se non altro, è il solo "superstite" a oggi conosciuto di quel colossale lavoro che Jean de Daillon, ovvero il nobile e amico del re Luigi XI di Francia ritratto a cavallo nell'arazzo stesso, commissionò al tessitore belga Guillaume Desremaulx. Destinato proprio al sovrano francese, che avrebbe dovuto riceverlo in dono, probabilmente il set di arazzi non fu mai visto completato da Daillon: morì, infatti, nel 1481 prima della data presunta di realizzazione del manufatto. Le ultime tracce certe sono datate 1482, quando sua moglie, Marie Laval, rimasta vedova, consegnò l'opera, e forse anche gli altri esemplari, a un noto imprenditore del settore: a quell'anno risale infatti un atto di registrazione. LA SCOMPARSA DELL'ARAZZO E dopo? Cosa è avvenuto fino al 1910, quando l'arazzo riapparve in una mostra al Metropolitan Museum of Art di New York? Nel 1935 fu acquistato da Sir Malcolm Stewart, che lo lasciò in eredità al National Trust. E, oggi, dove si trovano gli esemplari mancanti? E, soprattutto, sono ancora in circolazione o dovremmo considerarli irreparabilmente persi? Oltre quattrocento anni di storia dell'arazzo restano completamente nell'ombra, alimentando domande su possibili proprietari, passaggi di mano e luoghi di esposizione.  “Questo è un arazzo davvero speciale, di una qualità molto fine, fatto con lana e seta di alto livello. È stato molto laborioso da realizzare e sarebbe stato un regalo molto costoso e prezioso", ha dichiarato Sonja Rogers, House and Collections Manager di Montacute House del National Trust. "Tuttavia, nel corso della sua vita si è indebolito, è stato danneggiato dall'esposizione al fumo dei fuochi domestici e da successive e grezze riparazioni", ha aggiunto, aprendo il campo a possibili fasi alterne del passato di un'opera che, forse, non saremo mai in grado di conoscere completamente. [Immagine in apertura: Montacute House knight tapestry returns © National Trust ‒ James Dobson]
PUBBLICITÀ