Si è conclusa la prima fase del restauro del ciclo pittorico realizzato da Giotto nella Cappella Bardi, situata all'interno della chiesa di Santa Croce a Firenze. Il completamento dell'intervento, promosso dall’Opera di Santa Croce e condotto dall’Opificio delle Pietre Dure, è atteso per l’estate 2025. Al via dal prossimo mese di ottobre le visite al cantiere.

Il ciclo pittorico delle Storie di San Francesco, eseguito da Giotto nella Cappella Bardi in Santa Croce, a Firenze, è uno dei capolavori dell'artista toscano. A giugno 2022 è iniziato il (non più ritardabile) intervento di restauro di quest'opera: promosso dall’Opera di Santa Croce, presieduta da Cristina Acidini, e a cura dell’Opificio delle Pietre Dure (OPD), guidato da Emanuela Daffra, è stato motivato delle precarie condizioni conservative delle pitture, che in alcuni casi ne precludevano la leggibilità. Grazie a un finanziamento complessivo di un milione di euro, entro l'estate 2025 dovrebbero tornare a splendere l'intero ciclo. Intanto i dati emersi al termine della prima fase dei lavori lasciano emergere importanti novità sulla produzione del maestro.LA TRAVAGLIATA STORIA DEL CICLO DI GIOTTO A FIRENZEEseguito dopo il 1317 (l'esatta datazione resta incerto), il ciclo ha una storia conservativa molto particolare e travagliata. Nel 1730 viene coperto da uno “scialbo” (cioè un’imbiancatura a calce), perché considerato non più "alla moda". All’inizio dell’Ottocento, vengono inseriti due monumenti funerari che distruggono in forma permanente interi segmenti pittorici. Solo nel 1851 iniziano a riemergere parti delle pitture trecentesche e prende avvio un primo restauro. Tra 1957 e 1958, è quindi la volta di quello condotto dal restauratore Leonetto Tintori che, sotto la guida del Soprintendente Ugo Procacci, rimuove le aggiunte precedenti con l'obiettivo di ritornare al lavoro autentico di Giotto.IL RESTAURO DEL CAPOLAVORO DI GIOTTO NELLA CAPPELLA BARDIL'operazione attualmente in progress adotta tecnologie avanzate ed è stato preceduta da un’accurata fase di documentazione fotografica (ad alta risoluzione in luce diffusa, radente e ultravioletta), seguita poi da una campagna diagnostica. Sono progressivamente emerse sorprendenti novità (e conferme) riguardo alla tecnica pittorica dell’artista: alcuni fori hanno dimostrato l’andamento e la struttura del cantiere giottesco; il ricorso alle sperimentazioni con pittura a secco e a fresco permise al pittore l’utilizzo di una gamma più ampia di colori. Sono inoltre venute alla luce le pennellate di prova, che servivano a valutare il cambiamento di tono dovuto all’asciugatura dell’intonaco.LA RIAPERTURA NEL 2025 E LE VISITE AL CANTIEREL'auspicio espresso dall'OPD è di concludere il restauro per l’estate 2025. L’Opera di Santa Croce e l’Opificio delle Pietre Dure hanno già concordato che, al termine del restauro, i ponteggi resteranno allestiti per i due mesi successivi, con l’obiettivo di consentire a chiunque lo desiderasse di osservare il capolavoro di Giotto eccezionalmente da vicino. Per i residenti a Firenze e nella Città Metropolitana di Firenze già a partire da ottobre 2024 (e fino a luglio 2025) sarà possibile prendere parte alle visite “in anteprima” rese possibili grazie alla Fondazione CR Firenze (previa prenotazione).[Immagine in apertura: Transito di San Francesco nella Cappella Bardi a Firenze, particolare dopo intervento di pulitura in attesa del ritocco. Photo Opificio delle Pietre Dure (OPD)]
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