Considerato uno dei capolavori assoluti dell’arte orafa italiana, l’Albero d’oro di Lucignano venne rubato oltre cento anni fa. Finalmente sono stati rinvenuti alcuni importanti frammenti dell'opera e il loro restauro è stato affidato all'Opificio delle Pietre Dure.

Sono state rinvenute di recente a Lucignano, in provincia di Arezzo, alcune importanti parti dell’Albero d’oro, monumentale reliquiario considerato un capolavoro dell'oreficeria italiana. Si tratta di quattro placche in rame dorato e argento smaltato, 16 ex voto in argento, un tempo collocati sulla base, una miniatura su pergamena e un cristallo di rocca molato.LA STORIA DELL’ALBERO D’ORO  Il ritrovamento, unico nel suo genere, è avvenuto a oltre cento anni dal furto del 1914. In seguito all'episodio, tra il 1927 e il 1929, molti frammenti dell’Albero – ridotto a pezzi dai ladri per facilitarne il trasporto – vennero ritrovati nelle campagne del comune di Sarteano, in provincia di Siena, dove erano stati nascosti dagli autori del furto. Purtroppo non fu possibile recuperare gli elementi di maggiore importanza, tra cui il crocifisso terminale, uno dei rami, quattro dei medaglioni circolari e molto altro. Negli anni Trenta, le porzioni vennero ricomposte in una struttura che oggi, alla luce dell'ulteriore ritrovamento, sarà revisionata e sottoposta a un restauro affidato all'Opificio delle Pietre Dure. L’Albero potrebbe tornare a Lucignano alla fine della prossima primavera.IL FUTURO DELL’ALBERO D’ORO DI LUCIGNANO Alta 2 metri e 70 centimetri, l'opera rappresenta il mistico Lignum Vitae. Iniziato da un ignoto maestro trecentesco nel 1350 e completata nel 1471 dall'orafo senese Gabriello d'Antonio, il reliquiario appartiene alla Chiesa di San Francesco a Lucignano. “Non è soltanto uno straordinario frutto dell’arte orafa italiana, l’Albero d’oro di Lucignano è molto di più: è una di quelle opere la cui esistenza si intreccia in modo intimo e profondo con la vita e i sentimenti della comunità che la custodisce, contribuendo a definirne gli stessi tratti di identità” ha dichiarato Eugenio Giani, Presidente della Regione Toscana. Resta mancante l’elemento principale della composizione, ovvero il Cristo che domina il reliquario. Il non semplice intervento che sarà condotto sull'opera, che si compone di molti materiali (rame dorato, argento, pergamene miniate, cristallo di rocca, corallo, smalti e legno), prevede la sua temporanea scomposizione, così da non privare del tutto il Museo di Lucignano del suo capolavoro.[Immagine in apertura: L'Albero d’oro di Lucignano, particolare]
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