Dopo oltre un decennio di lavori, a Roma sta per concludersi il cantiere di ristruttura della storica sede del Deutsches Archaeologisches Institut (D.A.I.) e della sua biblioteca. Con un patrimonio di circa 240.000 volumi, è considerata una delle più prestigiose al mondo per il settore archeologia.

Si punta alla fine del 2022 per la conclusione dell'intervento che permetterà all’Istituto archeologico germanico di Roma di tornare nella propria sede. Costruito negli anni Sessanta del Novecento e situato al civico 79 di via Sardegna, l'edificio che ospita l'importante istituzione tedesca è oggetto da oltre un decennio di una profonda ristrutturazione, che ne ha comportato la chiusura. Le criticità rilevate nel 2006, durante le verifiche alla sicurezza antisismica, hanno portato all'avvio di un intervento di adeguamento, che interesse lo stabile sui fronti impiantistico, architettonico e funzionale. Il progetto è stato sviluppato da una cordata italo-tedesca, formata dagli studi Insula architettura e ingegneria srl, cui spetta il coordinamento dell'opera, con Wenzel+Wenzel e Bollinger+Grohmann.RIAPRE LA SEDE DELL'ISTITUTO GERMANICO DI ROMA A raccontare nel dettaglio le linee guida della ristrutturazione è stato l’architetto Eugenio Cipollone, partner dello studio Insula. In occasione di una recente visita della stampa al cantiere, il progettista ha sottolineato che a guidare l'operazione nel suo complesso è stata la volontà di salvaguardare "l’identità e lo spirito dell’epoca del fabbricato". Il Deutsches Archaeologisches Institut (D.A.I.), del resto, è il primo edificio costruito al di fuori dei propri confini nazionali dalla neonata Repubblica Federale di Germania, dopo la II guerra mondiale. A contraddistinguerlo è un volume sobrio e privo di formalismi, con cinque piani fuori terra più un attico e due piani interrati e 6.000 metri quadri di superficie. Per il suo adeguamento strutturale, impiantistico e normativo sono state necessarie "la demolizione e la ricostruzione di intere parti della struttura in calcestruzzo armato, quali ad esempio i due corpi scala esistenti", oltre alla "eliminazione del giunto tra i due sistemi strutturali di cui è composto l’edificio". Di conseguenza si è provveduto alla "realizzazione di strutture verticali supplementari nelle zone che necessitavano di irrigidimento e di una nuova scala elicoidale per la sala conferenze", ha dichiarato Cipollone. Il team di progettazione ha previsto, laddove possibile, il reimpiego dei pregiati materiali di finitura presenti nello stabile; negli altri casi, i frammenti sono stati riciclati, tramite macinatura, e riutilizzati in pavimentazioni alla veneziana e nelle tessere di mosaico della biblioteca Platneriana, ovvero uno dei fiori all'occhiello del D.A.I.LA STORIA DELL'ISTITUTO ARCHEOLOGICO GERMANICO DI ROMA Per l’Istituto archeologico germanico di Roma, la più antica fra le sedi dei D.A.I. nel mondo, sta dunque per iniziare una nuova fase. Sarà in continuità con la mission che da sempre caratterizzata questa realtà, nata dall'idea di "creare una comunità archeologica europea", come raccontato dal direttore Ortwin Dally. "Si voleva, modernamente, collegare tutte le informazioni sui nuovi scavi. Si tenga presente che l’archeologia nella prima metà dell’Ottocento non era una disciplina ben definita; quindi, l’Istituto ha un’enorme importanza anche per la storia della disciplina stessa", ha aggiunto Dally, ricostruendone la genesi.LA PRESTIGIOSA BIBLIOTECA ARCHEOLOGICA DEL D.A.I. Da decenni l'Istituto è un punto di riferimento imprescindibile per generazioni di archeologici e studiosi: ospita, infatti, una delle biblioteche archeologiche più importanti al mondo. Considerata un unicum nel contesto culturale internazionale, conta circa 240.000 volumi. Fra le "punte di diamante" del suo patrimonio ci sono copie originali di Giambattista Piranesi, opere (in diverse edizioni) di Johann Joachim Winckelmann, numerosi fondi privati donati all'istituzione (come il fondo Platneriano, con 6.000 volumi dedicati alla storia delle città italiane) e poderose raccolte focalizzate sull'archeologia dei paesi del Mediterraneo. [Immagine in apertura: DAI, Biblioteca © Insula architettura e ingegneria]
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