Invitato dall'Ambasciata francese a Roma, l'artista Olivier Grossetête realizzerà – con il contributo dei cittadini – un ponte di cartone fluttuante nel cielo grazie a dei palloni aerostatici. L'opera (che sarà visibile al pubblico il prossimo 13 luglio) è un omaggio a Michelangelo e al suo Ponte Farnese mai realizzato.

Costruito per volere di papa Paolo III (al secolo Alessandro Farnese) per celebrare la grandezza della propria famiglia, il Palazzo Farnese di Roma venne eretto tra il 1542 e il 1580. Autore dei lavori fu l'architetto Antonio da Sangallo il Giovane, che mantenne l'incarico fino alla morte, prima di passare il progetto a Michelangelo. E proprio al Buonarroti si devono una serie di modifiche all'impianto originario della struttura, con l'aggiunta di elementi architettonici e decorativi che contribuirono a impreziosire l'edificio – oggi sede dell’Ambasciata di Francia. Si collega alla storia del celebre palazzo il nuovo progetto dell'artista francese Olivier Grossetête: un ponte di cartone lungo diciotto metri, realizzato grazie alla partecipazione dei cittadini. Pretesto dell'iniziativa è proprio il desiderio di Michelangelo di realizzare un collegamento tra Palazzo Farnese e i giardini che la famiglia possedeva sull’altra sponda del Tevere. A causa dei costi elevati, l'opera del genio rinascimentale non venne mai conclusa. Il progetto di Grossetête prende le mosse da questo episodio, portando a termine – seppure a distanza di secoli – il desiderio del Buonarroti. UN PONTE TRA LE EPOCHE L'opera Ponte Farnese sarà una lunga struttura realizzata grazie alla collaborazione dei cittadini, che dall'8 al 12 luglio si incontreranno presso la Villa Farnesina-Accademia dei Lincei per un laboratorio collettivo. Una volta conclusa la costruzione, il ponte sarà lasciato “fluttuare” grazie a tre grandi palloni di sei metri di diametro gonfiati ad elio: sospeso per qualche giorno (a partire dal 13 luglio), il ponte collegherà simbolicamente Palazzo Farnese e Villa Farnesina, portando a compimento il sogno di Michelangelo a quasi cinque secoli di distanza. “Effimere per natura, come noi, queste monumentali costruzioni partecipative di cartone sono destinate a scomparire”, ha raccontato Grossetête a proposito del progetto, promosso dall’Ambasciata di Francia e dall’Institut français Italia. “La loro posta in gioco è quindi tanto nel processo, nel percorso e nell'esperienza collettiva che propongono quanto nelle loro forme finali. Questo ponte 'sospeso', inaccessibile per essenza, ci collega in definitiva solo a noi stessi. È l'immagine del nostro rapporto con l'indicibile”. Un progetto dal taglio fortemente poetico, pensato in occasione della grandiosa campagna di restauro che interesserà Palazzo Farnese per i prossimi quattro anni.
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