Nei laboratori Bauhaus di Dessau, la scuola di design che provò a cambiare il mondo, Erich Kroll, un ragazzo dal passato doloroso, vive la maledizione di non avere talento nel luogo simbolo del talento. Sono queste le premesse di “La linea e l'ombra”, il nuovo romanzo di Alfredo Accatino che accende i riflettori sulla celebre scuola tedesca.

Un romanzo ambientato nelle aule del Bauhaus, la celebre scuola di arte e design che operò in Germania dal 1919 al 1933, lasciando il segno come uno degli “esperimenti” artistici e didattici più innovativi dell’epoca moderna. È questa l'idea venuta in mente ad Alfredo Accatino, lo storico dell'arte e scrittore già noto per i suoi manuali dedicati agli artisti dimenticati del passato. Dopo aver rivolto l'attenzione agli outsider del Novecento, figure realmente esistite ma lontane dal successo meritato, l'autore agisce questa volta in maniera contraria: ovvero puntando i riflettori su un artista fittizio, immaginario, eppure calato all'interno di un contesto storicamente provato. IL BAUHAUS AL CENTRO DI UN NUOVO ROMANZO Succede in La linea e l'ombra, il nuovo romanzo edito da Giunti e ambientato nei laboratori della mitica scuola di design che provò a cambiare il mondo. È qui, nell'edificio di Dessau che ospitò gli insegnamenti di Walter Gropius e colleghi, che si delinea la figura di Erich Kroll, protagonista del racconto (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina). Ragazzo dal passato doloroso, smarrito e in cerca di una sua dimensione umana e professionale, il giovane si trova a confrontarsi con studenti e compagni geniali e più capaci di lui. All'interno del Bauhaus, luogo simbolo del talento e dell'intraprendenza dei giovani artisti d'inizio Novecento, Erich è a caccia del successo e del riscatto personale, convinto che la creatività possa essere il rimedio a ogni sua frustrazione personale. Ma sarà così? La lotta per emergere tra le aule della scuola è aspra, la competizione elevata, soprattutto se a gestire le regole del gioco sono maestri quasi mitologici come Vassily Kandinsky, Paul Klee e Oskar Schlemmer. TRA STORIA E FINZIONE Alternando eventi fittizi ed episodi storici realmente avvenuti, il libro offre dunque uno sguardo sul contesto storico e culturale nel quale nacque e si affermò la scuola di Walter Gropius. La vera protagonista del romanzo, in fondo, è proprio lei, la celebre istituzione, di cui il lettore segue gli sviluppi: dall’apertura all'abbandono della direzione da parte di Gropius nel maggio 1928; sullo sfondo l’onda nera del nazismo, gli ultimi fuochi della Repubblica di Weimar e, infine, la guerra che spazzò via tutto.
PUBBLICITÀ